Il team Petronas non era affatto convinto di assumere Andrea Dovizioso, ma è stato praticamente costretto a farlo, rivela il boss
Puntare su Andrea Dovizioso non è stato il frutto di una convinzione da parte della Petronas, ma quasi di una decisione forzata. Insomma, il pilota di Forlì non era la prima opzione, ma praticamente una sorta di piano B della sua scuderia.
Non sono parole particolarmente lusinghiere quelle pronunciate a proposito del proprio portacolori, l’ultimo arrivato in squadra, dal team principal Razlan Razali: “La scelta di Dovizioso è stata un compromesso, è diventata una questione di sopravvivenza”, ha affermato ai microfoni della rivista specializzata svizzera Speedweek.
Come aveva affermato più volte nel corso dell’ultimo anno, infatti, il dirigente malese avrebbe voluto riservare entrambe le selle della propria formazione ai talenti emergenti. Ma poi è intervenuta la necessità di sostituire il suo sponsor, la compagnia petrolifera, che ha staccato la spina.
Il nuovo sponsor impone Dovizioso
A salvare la situazione ci ha pensato l’azienda italiana WithU, che è intervenuta come finanziatore, pretendendo però di avere almeno uno dei due piloti di passaporto tricolore. Razali non ha potuto far altro che adeguarsi.
“Come squadra, volevamo crescere i giovani, ma abbiamo dovuto deviare dalla nostra filosofia originale”, prosegue il boss. “La MotoGP è un business, devo seguire i desideri di chi finanzia. Così la nostra scelta sui piloti è cambiata”.
Così il team ex Petronas si è salvato
Anche accettando questo “compromesso”, dunque, il team si è garantito la presenza sulla griglia di partenza della classe regina anche nella prossima stagione. Un’impresa realizzata in tempi record.
“La trattativa con WithU è stata molto rapida: sapevamo che volevano diventare il nostro sponsor principale”, spiega. “Subito dopo ho annunciato i cambiamenti alla Yamaha: abbiamo dovuto negoziare nuovi contratti e fondare una nuova società. A quel punto abbiamo potuto presentare il team Rnf. Ciò che siamo stati costretti a fare da metà agosto ad oggi è stato pazzesco”.
Missione compiuta: “L’importante era confermare il team in MotoGP perché perdere i posti avrebbe significato non ritrovarli più. Per salvare i piani abbiamo dovuto cancellare i team in Moto2 e in Moto3. Ma, per compensare quell’assenza, continueremo a correre anche in MotoE“.
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