È morto in un incidente stradale il pilota che ottenne un successo chiave nella storia della casa di Borgo Panigale
È morto tragicamente all’età di 78 anni, uno dei piloti che ha legato la sua storia a quella della Ducati. L’ex pilota è deceduto in un incidente stradale mentre stava guidando la sua moto fra l’East Sussex e il Kent.
La storia su due ruote di Smart
Si tratta dell’inglese Paul Smart, nato il 23 aprile del 1943, esordì nelle competizioni negli anni Sessanta, facendosi notare nel 1967 con il secondo posto al Production TT 750 cc dietro a John Hartle. L’esordio nel Motomondiale arrivò l’anno successivo nel Lightweight TT, ma non fu fortunato, visto che fu costretto al ritiro.
Negli anni successivi corse con Seeley 500 e Yamaha 250 e 350 private, ottenendo diversi buoni risultati (terzo al TT, in Finlandia e Ulster nel 1970). Tra le sue esperienze anche una negli Usa, nel 1972, quando corse con delle Kawasaki. Ma in realtà la sua storia rimane legata a una impresa ottenuta in Italia. E con una moto che ha fatto la storia delle due ruote (e la fa ancora adesso): la Ducati.
Il trionfo storico alla 200 Miglia di Imola
Smart ha partecipato a molte gare ma è diventato un mito per la sua vittoria alla 200 Miglia di Imola del 1972. Una corsa che lo ha fatto entrare nella storia della Ducati. Una corsa importante, a cui parteciparono undici marche, incluse MV Agusta, Honda, Triumph, Norton, BSA e Moto Guzzi, all’epoca le più importanti. E vi correvano piloti del calibro di Phil Read, Walter Villa e Giacomo Agostini.
La Ducati all’epoca non era troppo focalizzata sulle corse rispetto alle concorrenti e non veniva data come una seria pretendente per corse simili. La moto infatti era in sostanza una derivata di serie, mentre le altre case correvano praticamente con moto da gran premio. Dalla sua però il team bolognese aveva un’organizzazione molto professionale, e fu questo a fare la differenza.
La casa di Borgo Panigale provò a ingaggiare piloti famosi per la corsa come Jarno Saarinen, Barry Sheene e Renzo Pasolini, ma tutti rifiutarono. Anche Smart, che fu contattato per tramite della compagna Maggie, inizialmente fu scettico, ma una volta firmato e giunto in Italia si accorse del grande gruppo di lavoro messo in piedi da Ducati e del potenziale della moto.
La gara fu emozionante. Al quarto giro il pilota inglese riprese Agostini sulla MV Agusta e andò a vincere la gara, centrando una storica doppietta con Bruno Spaggiari, che avrebbe lottato per la vittoria se non avesse finito la benzina proprio negli ultimi metri. Fu un ko pesante per la Agusta ma soprattutto il primo alloro importante per la Ducati. Il legame con la casa bolognese fu così forte che nel 2005 gli venne anche dedicata una moto, costruita in edizione limitata.
LEGGI ANCHE —> L’annuncio della famiglia: scomparso il padre di Ayrton Senna