Si è spento a 94 anni Milton Da Silva, padre del compianto Ayrton, diventato uno dei piloti automobilistici più amati di sempre.
Se n’è andato per cause naturali Milton Guirado Theodoro da Silva, o meglio, ci piace pensare che sia soltanto tornato accanto a suo figlio, volato in cielo troppo presto nel corso del GP di Imola del 1994. A darne notizia il profilo Instagram ufficiale in onore di Beco.
Chiamato dagli amici Miltão si era presto sposato con Neyde Senna da cui aveva avuto tre figli Viviane, Ayrton e Leonardo. Imprenditore e fondatore di un’impresa metallurgica, per il futuro tre volte iridato avrebbe voluto una carriera diversa. Per questo lo aveva fatto iscrivere all’università alla facoltà di economia, e per questo non riuscì ad accettare tanto in fretta la decisione del suo ragazzo di trasferirsi in Europa, in Inghilterra per la precisione, per inseguire il suo sogno. Nel tempo però si rese conto che correre era quello che lo rendeva felice, di conseguenza dovette accettare di non averlo più vicino e soprattutto di vivere con l’ansia che una disciplina tanto pericolosa portava con sé.
Uomo severo e riservato non si recò spesso sui circuiti per seguire il paulista, anche se tutti ricordano l’abbraccio dopo la pole position ottenuta a Jerez de La Frontera nel 1990.
Come la moglie lontano dalle cronache, a differenza della figlia e dei nipoti che stanno continuando a tenere viva la memoria del campione brasiliano attraverso l’Instituto Ayrton Senna, incentrato sull’aiuto ai bambini poveri del territorio, in realtà, Milton soltanto in un’occasione fece parlare di sé. Siamo nel febbraio 2008. In quel periodo, dopo un anno di indagini da parte delle autorità, arrivò per lui una condanna per riduzione in schiavitù degli 82 operai che lavoravano presso la sua fazenda di oltre 6000 ettari nella regione di Bahia. Allora dovette pagare un risarcimento di circa 280.000 euro.
Chiara Rainis