Franco Morbidelli ha parlato della sua stagione difficile, che ha coinciso con l’addio del suo maestro Valentino Rossi alla MotoGP
Franco Morbidelli ha rilasciato un’intervista al MotoG-Podcast della Gazzetta dello Sport, nella quale ha parlato di diversi temi del campionato mondiale di motociclismo. Il pilota Yamaha, secondo nella classifica piloti 2020, quest’anno si è trovato a cominciare con una moto vecchia, tagliato fuori dalla possibilità di mostrare le sue potenzialità e qualità.
Poi, come se non bastasse, è arrivato anche l’infortunio al ginocchio. Franco racconta del periodo della convalescenza paragonandolo a un lockdown: “Questi mesi fuori sono stati complicati per diversi motivi. Non sei in pista a fare quello che ti piace, non guidi la moto e per di più devi guarire da un infortunio. Abbiamo lavorato tantissimo per tornare in tempi record ma ho fatto una vita a cui non ero abituato, anche se affrontate nella maniera giusta cose come questa ti può far crescere. È stato come un lockdown 2.0 e spero di venirne fuori più forte”.
“Più vedevo la storia tra Maverick e Yamaha spegnersi, più vedevo la mia accendersi”, ha continuato Morbidelli. “Mi spiaceva vedere questo tipo di sconforto, sia per loro che per l’immagine del nostro sport. Allo stesso tempo devo essere sincero, speravo che questo avrebbe aperto una porta per me ed è quello che è successo“.
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Franco Morbidelli e il suo maestro Valentino Rossi
Ma le parole più interessanti sono quelle che Morbido ha speso nei confronti del suo maestro Valentino Rossi, che in questa stessa stagione difficile per lui ha annunciato il proprio ritiro dalle corse: “Valentino ha fatto fatica soprattutto all’inizio, ora secondo me si sta godendo i weekend nella miglior maniera possibile, dando il massimo e facendo belle gare. Si gode tutto l’amore del pubblico e delle persone in queste ultime volte in pista con la MotoGP. Poteva essere una storia più bella, avremmo potuto fare entrambi bei risultati nella stessa squadra. Non sempre però le favole finiscono in maniera perfetta. Delle volte le favole finiscono e basta“.
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