A margine della battaglia per il titolo 2021 di F1 Mercedes e Red Bull si scontrano anche sui sistemi adottati dalla Federazione.
Anche se non tutti, sono in molti a chiederselo. Per quale motivo la classe regina dell’automobilismo, sulla carta l’espressione più elevata della tecnologia, deve essere castrata e limitata nelle possibilità di apportare cambiamenti alle vetture? Perché non si può tornare al liberei tutti di un tempo?
Ebbene, a questo interrogativo relativo, nello specifico, alla power unit, hanno provato a rispondere le protagoniste di uno dei duelli iridati più avvincenti dell’ultimo decennio, ovvero Mercedes e Red Bull.
Entrambe penalizzate sulla griglia in diverse occasioni per aver sostituito tutto o parte del propulsore, hanno dimostrato di avere un’idea diversa sulla questione.
Cosa sostengono Wolff e Horner
Se per il boss della Stella la FIA fa bene ad infliggere penalità a pioggia, per quello degli energetici è un errore.
Ribattendo allo scaltro Toto, interessato a mantenere lo status quo, Christian si è definito contrario all’attuale regola dei motori contingentati che porta le squadra ha subire arretramenti sullo schieramento.
“Capisco che l’obiettivo fosse quello di ridurre i costi, ma in fin dei conti si finisce sempre per utilizzarne quattro, il che significa spendere ed essere puniti”, ha analizzato il manager dell’equipe austriaca.
Per il responsabile delle Frecce Nere forse bisognerebbe soltanto adottare una metodologia più chiara e comprensibile per chi guarda da casa anche se, pure a cui avviso, le unità dovrebbero durare più a lungo.
“Credo che questo tema meriti di essere affrontato”, ha commentato il viennese aprendo la porta ad un futuro dialogo tra i protagonisti del mondiale e i federali. “Sono d’accordo che oggi si crei un po’ di confusione. Specialmente per coloro che hanno cominciato a seguire da poco le corse è difficile capire perché all’improvviso un pilota si trovi più indietro rispetto alla posizione guadagnata in qualifica”, ha poi concluso sostenendo però di non avere soluzioni.
Chiara Rainis