Iannone deve scontare una lunga squalifica per doping e punta a tornare pilota. Ripercorrendo la sua carriera, ha un altro rimpianto.
La squalifica per doping di Andrea Iannone finirà a dicembre 2023, quando lui avrà 33 anni. Nonostante l’età avanzata e le tante stagioni lontano dalle corse, ha già detto di voler tornare a fare il pilota appena sarà possibile.
Ovviamente è difficile immaginare che ci sia un posto in MotoGP per lui. Quattro anni senza gare sono molti e per correre in una categoria con un livello così alto non si può stare fermi così a lungo. Più facile ipotizzare l’approdo in un altro campionato, magari con le derivate di serie. Comunque è presto, adesso l’abruzzese continua ad allenarsi e a tenersi impegnato con altre attività extra-moto.
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MotoGP, Iannone ha il rimpianto Ducati nella sua carriera
La carriera di un pilota è fatta di tante scelte, alcune giuste e altre magari sbagliate. Iannone ne ha fatta una forse non correttissima nel 2016, quando decise di non accettare il rinnovo con Ducati e firmò con Suzuki. Il suo ex manager Carlo Pernat ha raccontato che fu una questione di soldi, perché il pilota preferì l’ingaggio del team giapponese invece di restare in rosso con uno stipendio più basso.
Iannone, intervistato dal Corriere della Sera, ha ammesso di essere rimasto legato alla Ducati e di avere un rimpianto inerente proprio all’addio alla casa di Borgo Panigale: «La Ducati mi è rimasta dentro. Il primo strappo al cuore l’ho subito quando sono andato via, il secondo con la squalifica. Sono le due cose che mi hanno fatto più male nella vita. In Ducati sono stati gli anni più belli».