Secondo l’ultimo studio rilasciato dall’ETSC in Europa si registrano troppi incidenti mortali che coinvolgono i giovani. Ecco alcune proposte per l’UE.
I dati rilasciati dall’European Transport Safety Council mettono sul tavolo alcuni dati allarmanti che dovranno richiamare ad una riflessione collettiva e a prendere provvedimenti seri. In Europa un quarto delle vittime da incidenti stradali ha tra i 15 e i 30 anni. Nel 2019, nei 25 Paesi UE per i quali sono disponibili i dati, sono 5.182 i giovani che hanno perso la vita in un incidente. In Italia, la percentuale sale al 25%, probabilmente a causa di un maggiore impiego delle moto. Infatti il 32% dei giovani che muoiono sulle strade italiane sono motociclisti, contro una media UE del 24%.
Enorme la disparità di genere: nella fascia di età 15-30 anni, l’81% delle vittime è costituito da uomini. I maggiori rischi derivano dall’inesperienza e dall’immaturità propria della loro età: prima si comincia a guidare più probabile la possibilità di restare coinvolti in un incidente stradale. Le restrizioni già in essere per i neopatentati riducono le situazioni di rischio, ma non bastano.
A questo punto bisogna chiedersi: cosa fare? Troppi gli incidenti in cui i giovani sono risultati in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. L’ETSC chiede alla Commissione Europea norme più stringenti e di raccomandare che il limite di tasso alcolemico sia fissato di fatto a zero (0.2 g/l). Per quanto riguarda la guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, l’ETSC vorrebbe che, a livello europeo, sia applicato il principio tolleranza zero per l’uso di sostanze psicotrope illegali.
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