Ben tre vite vissute dalla F1 in Messico. Dai trionfi di Clark alle poche affermazioni Ferrari. Fino ad arrivare ai duelli dei giorni nostri
Il Mondiale di F1 2021 entra nella sua fase finale e, dopo Austin, continua nel continente americano facendo tappa in Messico. Un Paese che ha avuto sempre una storia travagliata con il Circus, ma comunque importante.
La storia del GP del Messico è stata molto discontinua perché per alcune edizioni questa gara non è stata disputata. Si è corso sempre sul circuito Hermanos Rodrìguez, una struttura costruita in un parco alla periferia di Città del Messico dedicata ai due piloti messicani Ricardo e Pedro Rodrìguez, il primo dei quali perse purtroppo la vita durante la prima edizione del GP messicano nel 1962 ma non valida per il Mondiale.
Solo l’anno successivo infatti il Messico entrò a far parte del calendario del campionato del Mondo. E a vincere fu la Lotus di Jim Clark. L’inglese si ripetè nel 1967, mentre nel 1970 arrivò il primo trionfo Ferrari in Messico, targato Jacky Ickx. Da allora un lungo digiuno della Rossa, durato ben 20 anni.
Fino al 1985 poi la F1 non tornò in Messico, poi nel 1986 il via a sette edizioni che hanno comunque lasciato il segno. La prima fu di Gerhard Berger su Benetton, mentre l’anno dopo toccò a Nigel Mansell, il cui vero capolavoro lo mise a segno nel 1992, quando con una prestazione da leone vera vinse ancora una volta con la monoposto inglese.
Nel 1990 invece il trionfo (l’ultimo della Rossa) con Alain Prost, che già due anni prima aveva vinto, seguito poi da Ayrton Senna nel 1989. Solo una volta ha vinto un italiano ed è stato nel 1991 Riccardo Patrese su Williams.
In Messico si è tornati poi solo nel 2015, con un circuito rinnovato da Tilke e che ha visto dominare solo due marche, Mercedes e Red Bull. A cominciare le danze fu Nico Rosberg, che l’anno successivo poi cedette lo scettro a Lewis Hamilton ma alla fine portò a casa il titolo proprio a scapito dell’inglese.
Poi ecco seguire i due trionfi di Max Verstappen, che ha sempre visto una monoposto convincente in altura. Nel 2019 però, anno dell’ultima gara messicana, il bis di Lewis, che ora cerca un nuovo successo per riaprire un Mondiale che sembra già chiuso.
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