Avrebbe dovuto rilevare l’Alfa Romeo F1, ma all’improvviso le discussioni tra Andretti e il Biscione si sono interrotte. Ecco il motivo.
Nelle scorse settimane aveva cominciato a circolare la voce di un passaggio di proprietà dal fondo Longbow Finance, che a sua volta nel 2016 aveva acquisito la scuderia da Peter Sauber, a Michael Andretti. Ed invece l’Alfa Romeo rimarrà com’è e non perché quella della vendita fosse una diceria senza fondamento.
Come spiegato dallo stesso patron dell’Andretti Autosport, i discorsi tra le parti si sarebbero chiusi all’improvviso per un cambio di strategia dei vertici
“Purtroppo i piani legati al controllo del team sono cambiati all’ultimo momento, per cui abbiamo dovuto fare un passo indietro. Era una cosa che non potevamo accettare”, la spiegazione del 59enne riportata da Motorsport.com che ha poi rivelato come l’operazione avrebbe dovuto portare al suo nome un vantaggio globale, quindi non solo agire nell’ombra, ma probabilmente anche fare piazza pulita degli attuali uomini della squadra per fare spazio ai suoi.
Ed esattamente in questa direzione avrebbe portato l’ingaggio di Colton Herta come pilota. “Sarebbe stato perfetto, in quanto ha tutte le doti per essere competitivo nelle corse europee”, ha sostenuto a proposito del 21enne californiano.
Nel suo racconto su come sono andati veramente i fatti di questa trattiva non andata a buon fine, il figlio di “Piedone” Mario non ha risparmiato neppure i connazionali che oggi detengono il marchio della F1.
In contraddizione con le palesate intenzioni di rendere la massima serie più a stelle e strisce, l’ente non avrebbe mosso un dito per agevolare la mossa di mercato.
“Non hanno fatto nulla per aiutarci. Peccato. Sarebbe stata una grande storia”, ha aggiunto amareggiato e tuttavia pronto a combattere ancora. “I nostri occhi rimarranno sempre aperti alla ricerca di opportunità nel Circus e in altre categorie”, ha infine promesso ribadendo la volontà di espandersi e avere successo.
Chiara Rainis
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