Alla vigilia della tappa di Portimao, Dovizioso parla del suo lungo e complicato adattamento a una Yamaha M1 diversa da quella che lasciò anni fa
Dopo un weekend complicato a Misano, per Andrea Dovizioso arrivano gli ultimi due appuntamenti stagionali. A Portimao sarà ancora una tappa di adattamento a una M1 che è parente lontana di quella abbandonata qualche anno fa prima dell’esperienza in Ducati.
Dopo tre gare in sella alla Yamaha, per il forlivese il tredicesimo posto è il meglio che è riuscito a tirare fuori. E di sicuro non è soddisfatto “Non mi sento ancora bene sulla moto – ha ammesso alla vigilia del GP di Algarve -. Ad Austin ero soddisfatto dei progressi fatti dopo la prima gara in Misano e dopo i test, ma a Misano2 abbiamo fatto un passo indietro. Non so se sia normale, visto il lavoro che stiamo facendo, ma la verità che ci sono delle aree che perdo abbastanza e in altre non sono così efficace. Adesso la MotoGP è ‘pazza’, tutti velocissimi, io devo fare esperienza: l’importante sarà avere la possibilità di provare la nuova moto a Jerez”.
Poi Dovizioso spiega meglio quali sono i suoi limiti attuali: “In frenata perdo tanto rispetto alle Yamaha ufficiale, credo che con la M1 2021 ci si possa fermare in meno metri. Ma perdo anche in accelerazione, non uso la moto nel modo giusto”.
Per Dovizioso quindi gli ultimi due appuntamenti di questo 2021 saranno fondamentali per crescere sulla M1 e renderla più “sua”, anche se le difficoltà ci sono ed evidenti. Ma guai a mollare: “Sicuramente sarebbe stato importante comparare subito i dati con la moto ufficiale, ma va bene anche aver iniziato con questa”, ha ammesso.
E poi lancia un segnale chiaro: “Non sono in MotoGP tanto per essere in MotoGP, in questo momento non devo pensare al risultato. Sto facendo tanta esperienza, anche se le cose vanno male: è meglio trovare questa situazione quest’anno”. Dunque la prende con filosofia e non si lascia prendere dal panico, anzi: “Non è facile, ma bisogna rimanere calmi, cercare di capire cosa sta succedendo assieme agli ingegneri della Yamaha. Dal 2020 è tutto più indecifrabile”.
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