Tornato nel paddock a Portimao, Stoner in una lunga conferenza stampa ha parlato della Rossa ma anche del grande rivale, vicino al ritiro
Dopo tre anni e mezzo di distanza dall’ultima volta, Casey Stoner è tornato nel paddock della MotoGP. Una grande occasione per i due alfieri Ducati, Jack Miller e Pecco Bagnaia, per parlare con il primo e ultimo campione del mondo con la Rossa in MotoGP, ma anche per sapere un po’ la sua opinione su diversi temi.
La casa di Borgo Panigale è dal 2017 che sfiora soltanto il Mondiale. Quest’anno è toccato a Bagnaia lottare per il titolo, ma ancora una volta alla Desmosedici è mancato qualcosa per arrivare lì in alto. E lo stesso Stoner lo ha ammesso in una conferenza stampa speciale organizzata in Portogallo dalla Dorna: “Per molto tempo sono stati vicini ad avere il ‘pacchetto completo’ e a portare a termine il lavoro, ma purtroppo di nuovo c’è l’interrogativo di quale pilota Ducati sarà veloce in quale weekend”.
Insomma manca davvero poco per tornare a vincere qualcosa d’importante. E l’australiano ha avuto dei suggerimenti da dare: “Abbiamo bisogno di vedere un po’ più di costanza. Forse serve una moto che si adatti a tutte le piste. Penso che, se tutto va a loro favore, possano vincere il campionato”.
A Portimao sarà il penultimo appuntamento della carriera per il suo grande rivale, Valentino Rossi. E non poteva mancare una domanda su di lui: “Ancora ama correre, è bello – ha detto Stoner -. Per me correre era vincere, la maggiore differenza con lui credo fosse questa, lui ha un grande piacere a correre. La nostra è stata una grande rivalità, a volte bella a volte brutta, con alti e bassi, ma c’è sempre stato grande rispetto. Lo sport è rivalità, ma non puoi lottare con piloti così forti a così alto livello e non avere rispetto per loro. Ho imparato tanto da Valentino, credo sia stata la più grande rivalità della mia carriera“.
Sul suo addio poi ha confessato: “Io credo che l’arrivo della figlia abbia avuto la sua parte, avevo capito che si sarebbe ritirato qualche settimana prima dell’annuncio, quando l’ha detto non mi ha sorpreso. Ora inizierà un nuovo capitolo della sua vita, gli auguro di godersela sempre al meglio”.
Mentre sul grande assente, Marc Marquez ha detto: “Gli infortuni ti condizionano sempre, inutile nasconderlo, ma ti spingono anche a tornare. Farsi male è parte delle corse, quando cadi ti chiedo dove hai sbagliato, cerchi la ragione e in genere sai bene cosa hai fatto che non va, è un modo di razionalizzare e non provi paura. La caduta in sé non ti spaventa. Però certo lui viene da un lungo infortunio nel 2020 e credo abbia ancora bisogno di tempo per il recupero fisico e mentale. In più c’è una ragione tecnica: per quanto tu possa girare in moto, anche potenti da strada o anche Superbike, nulla sarà mai in grado di replicare una MotoGP, le sollecitazioni e la violenza di queste moto, quindi ci vuole tempo per recuperare”.
Comunque lo spagnolo ha portato a casa tre vittorie in un 2021 travagliato: “Marc ha un talento enorme, io credo che in questi anni un errore che ha fatto la Honda è stato puntare sullo stile di Marquez basato su frenate violente invece di cercare un maggiore equilibrio generale della moto – ha ammesso Stoner -. Mi sembra molto enfatizzata la violenta staccata della moto, però è difficile parlare senza essere dentro il box”.
C’è stato poi spazio per sapere un po’ della sua salute, non al meglio in questi ultimi anni. Ma anche su quanto gli manca la MotoGP: “Mi manca l’atmosfera delle corse, sì, però ho lottato a lungo con la mia salute, ho lottato tanto per sentirmi bene, anche mentalmente – ha confessato -. Ho convissuto 3 o 4 anni con questa situazione, ho imparato a conservare energie, a volte mi sento esausto e non so ancora perché ma vado avanti giorno per giorno. Fatico ma mi sforzo di camminare, mi fa stare bene e mi aiuta“.
E su un nuovo futuro nel paddock ha detto: “Tornare come coach? Non è facile, ho la mia famiglia in Australia e dovrei stare lontano da loro a lungo, mi piacerebbe anche ma la situazione obiettivamente sarebbe complicata. Non mi pento delle mie decisioni del passato, dopo tanti anni credo sia impossibile dire se mi sono ritirato per questioni mentali, sono contento della mia carriera”.
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