La prima giornata della Ferrari in Messico non ha dato le notizie sperate. Entrambi i piloti si sono dimostrati lontani e non sono mancati i problemi.
Sulla carta o comunque stando alle dichiarazioni della vigilia all’Hermanos Rodriguez la Ferrari avrebbe dovuto essere competitiva e più a suo agio rispetto ad Austin ed invece finora ha deluso. Nelle due sessioni di prove disputate Sainz e Leclerc si sono sempre attestati con un ritardo superiore al secondo. Un gap importante che la tiene lontana dalle varie Mercedes e Red Bull, ma comunque in posizione di vantaggio nei confronti della diretta rivale McLaren, fuori addirittura dalla top 10.
A mettere in crisi Charles, spesso in errore (compreso un contatto contro le barriere), qualche noia al propulsore .”Siamo venuti qui pensando che saremmo stati abbastanza veloci. In realtà le AlphaTauri lo sembrano molto di più”, ha analizzato il monegasco evidenziando lo stato di forma del team di Faenza. “Coloro che dispongono dei motori Honda, in generale, sembrano andare molto forte”.
Infastidito da diverse pecche palesatesi sulla sua monoposto, come detto, il #16 è stato rallentato anche dalla PU. “Sembrava come se mancasse un po’ di coppia in uscita dalle curve, mancanza d’accelerazione. Comunque nulla di davvero rilevante”.
A far paura non è la scuderia di Woking
Leggermente più rapido del compagno di box e con meno ansie tecniche, Carlos ha in ogni caso individuato nella coppa Gasly – Tsunoda il pericolo più grande per un piazzamento tra i primi 5 in corsa.
“Soffriamo a causa dell’altitudine”, la riflessione dell’iberico, tra i più amati in Messico. “Al mattino ero molto contento del bilanciamento della macchina, mentre al pomeriggio di meno”, ha aggiunto svelando che il lavoro si è focalizzato perlopiù sulla domenica.
A suo avviso, per poter fare un passo avanti in più sarà necessario ritoccare l’assetto. “Dovremo cercare di mettere tutto nella giusta finestra d’utilizzo e guadagnare quei decimi extra che possano permetterci di stare davanti all’AlphaTauri“, ha concluso il #55.
Chiara Rainis