A quattro gran premi dalla fine, Verstappen piazza in Messico un colpo potenzialmente letale per le ambizioni di Lewis Hamilton
Tutto in una curva. Così si può riassumere il GP del Messico, che non è stato spettacolare ma che ha vissuto un primo giro sicuramente molto intenso, dove si è praticamente deciso tutto. E alla fine a spuntarla è stato Max Verstappen, che si è ripreso quanto aveva perso in qualifica.
Verstappen, una vittoria che sa di Mondiale
L’ha vinta al via Max la gara. Dopo aver preso la scia di Valtteri Bottas, ha sorpreso le due Mercedes all’esterno e con una staccata lunghissima si è ripreso quanto le qualifiche gli avevano tolto. Poi è stato solo una lunga cavalcata verso un successo meritato.
Perché Verstappen è stato superiore sia con le medie che con le dure, le gomme più performanti per la Mercedes. Segno che questa Red Bull ormai è davanti alla scuderia tedesca anche tecnicamente. E non è un bel messaggio per Lewis Hamilton, che le ha provate tutte ma alla fine si è dovuto arrendere. Il volto al termine della gara diceva tutto: l’inglese contro questa Red Bull e contro questo Verstappen può poco ora. E con 19 punti di ritardo ora si fa dura. Anche perché il prossimo weekend si vola in Brasile e anche qui Max sembra essere il favorito.
Brutto poi anche il colpo in classifica costruttori per Mercedes, che deve difendere un misero punticino di vantaggio e rischia seriamente di capitolare anche qui. Oggi però sul banco degli imputati finisce Bottas. Partenza horror quella del finlandese che si lascia sì affiancare da Hamilton ma lascia incomprensibilmente spazio all’esterno per l’attacco di Verstappen. Lui nel post gara si è detto tranquillo, perché la tattica era quella di dare la scia a Hamilton, ma c’è da scommetterci che Toto Wolff si farà sentire.
Ferrari, ecco il sorpasso
Nel peggior weekend da diversi mesi a questa parte, la Ferrari però può festeggiare il terzo posto iridato. Sfruttata la giornata no della McLaren, ma oggettivamente c’è poco da sorridere a Maranello. Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr. in quinta e sesta posizione, dietro a Pierre Gasly e all’Alpha Tauri ma soprattutto doppiati. E’ vero che Red Bull e Mercedes erano di un altro livello, ma così fa davvero male.
Bello rivedere in top ten vecchi leoni come Sebastian Vettel, Kimi Raikkonen e Fernando Alonso. Peccato però non vedere lì Antonio Giovinazzi, di nuovo penalizzato da una tattica suicida dal muretto Alfa Romeo. Sembra che si stia facendo di tutto per rovinare il suo campionato e giustificare l’allontanamento del pilota italiano. Ma non se lo merita davvero. La rabbia a fine corsa è giustificata, anche perché arriva da un pilota di solito molto mite e mai polemico nei confronti del box.
LEGGI ANCHE —> F1 GP Messico, Gara: risultati e classifica finale