Franco Morbidelli chiude in coda al gruppo il Gran Premio dell’Algarve. Con un mistero che riguarda le sue prestazioni
Diciassettesimo e ultimo: anche al Gran Premio dell’Algarve continua il calvario dei risultati complicati di Franco Morbidelli. Da quando è rientrato dalla lunga convalescenza per l’operazione al ginocchio, ed è stato promosso nel team ufficiale Yamaha, la tendenza non sembra particolarmente migliorata.
A Portimao, poi, è arrivato anche un misterioso peggioramento del rendimento, a dispetto del miglioramento delle condizioni dell’asfalto. Una situazione in totale controtendenza, quasi inspiegabile.
“Non so cosa sia successo”, commenta perplesso il pilota italo-brasiliano. “In gara c’era più aderenza e tutti sono andati più forti, tranne me. Mi aspettavo di migliorare, invece l’aumento di grip mi ha dato fastidio, ho fatto solo più fatica”.
Qualche passo in avanti, che fa ben sperare, lo si vede in compenso dal punto di vista fisico: “Rispetto a Misano ho dovuto mollare meno. Abbiamo lavorato bene per rendere la moto meno esigente e mi sono sentito meglio anche fisicamente. Sono riuscito a spingere per tutto il Gran Premio e questo è stato un fatto positivo. Il problema è che non avevo la velocità che mi aspettavo”.
Ai limiti atletici si uniscono poi quelli della scarsa esperienza con il nuovo modello della M1, sul quale è salito solo quattro gare fa. “Sicuramente la sto ancora conoscendo: ci sono delle cose che non riesco a capire”, conferma. “Succede sempre, con una moto nuova”.
Ma Morbidelli non si arrende, anzi, intende unirsi alla nuova ondata di talenti italiani in crescita, capitanata da Bagnaia. “Guardando ai risultati di oggi sicuramente Pecco è il primo candidato al titolo”, spiega. “Poi ci sono tanti altri italiani forti, che possono arrivargli sotto: c’è Luca, c’è la Bestia, ci sarà Bez. Spero di essere uno di quelli, lavorerò per riuscire a buttarmi nella mischia. Spero di tornare al massimo della forma, sia a livello fisico che meccanico, per puntare alle posizioni di vertice”.
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