In Brasile si sono scritte pagine di storia della F1. Tanti i padroni di casa che hanno vinto qui, da Fittipaldi a Senna, fino ad arrivare a Massa
Il GP del Brasile si svolge dal 1973. Da allora sono tanti i campioni che hanno scritto la storia di questo Gran Premio a Interlagos. E qui si sono svolte alcune corse passate alla storia di questo sport.
Il regno dei brasiliani (e di Prost)
Il primo a mettere la firma in Brasile fu Carlos Reutmann su Brabham, ma la gara non era ancora valida per il campionato. Il debutto ufficiale arriva nel 1973 e non poteva che essere brasiliano il vincitore, Emerson Fittipaldi. Dal 1973 al 1975 solo verdeoro davanti a tutti: due volte proprio Fittipaldi e una Carlos Pace, nel 1975.
I tre anni successivi furono sotto il segno della Ferrari: la rossa trionfò per la prima volta nel 1976 con Lauda e poi con Reutemann. Per colpa dell’asfalto abrasivo e dell’aumentare delle baraccopoli nelle vicinanze, la F1 traslocò per qualche tempo a Jacarepaguá, nella città di Rio de Janeiro. Il primo a vincere qui fu Reutemann, ma il vero re fu Alain Prost. Il francese si impose in Brasile per sette volte, un vero record che regge ancora oggi. Nel 1989 un altro trionfo targato Ferrari messo a segno nel 1989, l’ultimo prima del ritorno della F1 a Interlagos.
La stella di Senna, i trionfi di Schumacher e Massa
Interlagos e il Gp del Brasile fu per lungo tempo il sogno di Ayrton Senna. Nel 1990 un incomprensione al momento del sorpasso di una vettura doppiata lo costrinse a rientrare ai box e ad accontentarsi poi del terzo posto. Ma l’impresa eroica arrivò l’anno successivo: nel 1991 Senna vinse effettuando gli ultimi 20 giri con il cambio bloccato sulla sesta marcia. Fu uno sforzo fisico immane, tanto che il brasiliano uscì dalla vettura urlando e sul podio, a stento, riuscì ad alzare la coppa. Un successo che passò alla storia.
L’ultima vittoria del brasiliano nel 1993 quando Prost fu costretto al ritiro dopo un incidente. L’anno successivo il ritiro, per quello che fu il suo ultimo GP di casa prima della tragica fine a Imola. A vincere fu Michael Schumacher, che con il Brasile ha avuto una storia di amore e odio. Nel 1995 il tedesco e David Coulthard salirono sul podio, ma dopo alcune ore arrivò la squalifica dovuta alla quantità di benzina ritenuta irregolare; Berger e la Ferrari vennero dichiarati vincitori, ma la FIA accolse l’appello di Benetton e Williams, restituendo i punti sulla classifica piloti.
Nel 200 il secondo successo di Schumi, mentre nel 2001 insieme al fratello Ralf monopolizzò la prima fila, per la prima e unica volta nella storia della Formula 1. Il tedesco si ripetè nel 2002, mentre nel 2006 diede vita a una incredibile rimonta dopo essere partito in fondo.
In mezzo, nel 2003, una gara incredibile sotto la pioggia, con tanti ritiri che portò poi al successo di Giancarlo Fisichella, anche se inizialmente fu dato per errore a Kimi Raikkonen.
L’autodromo brasiliano è stato teatro di gioie ma anche di altrettante delusioni cocenti. Nel 2005 fu qui che Fernando Alonso e la Renault ottennero il primo titolo iridato. Nel 2008 invece Felipe Massa, già vincitore nel 2006, vinse per l’ultima volta. Ma fu amarissima, perché a poche curve dalla fine Lewis Hamilton rimontò una posizione e si laureò campione del mondo per la prima volta ai danni proprio del carioca. La vittoria dell’ex ferrarista rimane l’ultima di un pilota brasiliano davanti al pubblico di casa.
Guardando ai nostri giorni, nel 2016 Max Verstappen ottenne il suo primo giro veloce, diventando così il più giovane pilota, nella storia del mondiale di Formula 1, ad ottenere questo risultato.
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