A Valencia l’ultimo atto della carriera di Valentino Rossi, che qui in passato ha vissuto anche due momenti particolarmente duri della sua storia
Si avvicina a grandi passi l’ultimo atto di una carriera straordinaria, quella di Valentino Rossi. A Valencia si prepara la grande festa d’addio per il Dottore, che però proprio sul circuito spagnolo ha vissuto anche due momenti della sua carriera particolarmente difficili.
Valentino Rossi e la beffa del 2006
Il primo momento davvero amaro per la carriera del campione di Tavullia arrivò proprio a Valencia nel 2006. Dopo una stagione travagliata, piena di alti e bassi, con problemi e ritiri con la M1 alternati a grandi successi, Valentino Rossi arrivò all’ultimo atto del Mondiale incredibilmente in testa.
A Laguna Seca, Nicky Hayden sembrava aver messo la parola fine su un Mondiale disgraziato per il pilota italiano, che con il ritiro americano era piombato a -51 dalla vetta a sei GP dalla fine. Ma Valentino Rossi si sa, era capace all’epoca anche di miracoli. E così fu: nelle successive cinque gare conquistò altrettanti podi e Hayden nessuno, con l’aggravante del ritiro all’Estoril per colpa dell’autoscontro con Pedrosa. Così Hayden si ritrovò alla vigilia di Valencia con 236 punti contro i 244 di Rossi.
In qualifica Valentino tirò fuori il meglio dalla sua M1 e conquistò la pole, mentre l’americano rivale partì dalla seconda fila col quinto tempo. Ma la domenica le cose per il Dottore non andarono per il verso giusto. Prima una partenza non perfetta, che lanciò Capirossi e Bayliss, poi addirittura il sorpasso di Hayden. Dopo il primo giro Nicky era quarto con Vale settimo ma nei due giri seguenti lo statunitense si issò fino al secondo posto, con Rossi inchiodato lì. Fino alla seconda curva del 5° passaggio, quando finì per terra ,tradito dalla gomma anteriore.
Una caduta strana, che mise fine ai sogni di gloria di Valentino Rossi, che rimontò fino al tredicesimo posto mentre Hayden, con i 16 punti del 3° posto, si laureò campione del Mondo. Fu quella la più grande delusione, quella che forse poi gli ha negato il decimo titolo iridato.
Il “biscotto” del 2015
A 9 anni di distanza, nel 2015, Valencia tornò ad essere un incubo per Valentino Rossi, in un’annata che invece sembrava potergli regalare davvero quel decimo Mondiale che inseguiva.
Dopo una lunga lotta con il compagno di scuderia Jorge Lorenzo, nel finale di stagione qualcosa si scatenò nella testa di Vale, che in Australia, nel post gara ,accusò apertamente Marc Marquez di essersi schierato con il connazionale nella lotta al titolo. Una presa di posizione forte, molto pericolosa visto che c’erano ancora due GP alla fine. E in Malesia, la corsa successiva, l’astio tra il Dottore e Marc uscì prepotentemente. Una serie di sorpassi e controsorpassi nei primi giri che, a detta del pilota italiano, erano un’azione di disturbo nei suoi confronti nella rincorsa a Jorge Lorenzo. Valentino, fuori di sè, manda più volte a quel paese il rivale, poi a un certo punto superò Marquez e lo accompagnò fuori dalla pista, arrivando inevitabilmente al contatto.
Marquez cadde si ritirò proprio per quel contatto, mentre Rossi terminò la gara terzo, con Lorenzo vittorioso e a soli 7 punti dal campione di Tavullia. Ma nel post-gara arrivò la penalità per Valentino Rossi: partenza dall’ultima casella nella gara di Valencia, ultimo atto del campionato. Praticamente la pietra tombale sulle speranze di titolo per l’italiano.
In un clima surreale, Lorenzo conquistò la pole position, seguito da Marquez e Pedrosa. I due praticamente lo seguirono per tutta la gara, non accennando mai a un tentativo di sorpasso. Dietro invece Rossi si rese protagonista di una rimonta incredibile, che si fermò al quarto posto, visto che i tre davanti avevano accumulato un gap importante sul resto del plotone.
Gli ultimi due giri furono emblematici: Lorenzo, in crisi con le gomme, viene solo tallonato da Marquez, mentre Pedrosa fu l’unico a provarci, sorpassando clamorosamente il proprio compagno di squadra, che però rispose all’attacco in maniera decisa, come a dire che le cose dovevano rimanere così. E così fu. Lorenzo vincitore e campione del mondo, Rossi applaudito ma furente, perché forse conscio dell’ultima opportunità vera della sua carriera di poter ottenere il titolo.
Chissà se questi episodi gli passeranno per la mente durante la gara domenica. Forse però sarà meglio pensare al presente, e a quel tributo che giustamente gli tributerà tutta Valencia.
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