La Ferrari ha scritto la storia sul circuito di San Paolo. Nel giro di un anno con Raikkonen e Massa ottenne la gloria per poi finire nell’inferno
Il GP del Brasile ha sempre regalato grandi emozioni. Per la Ferrari ce ne sono state tante, ma in particolare due, nel nuovo millennio, hanno lasciato il segno. E vedono protagonisti Kimi Raikkonen e Felipe Massa.
Era il 2007 quando a Interlagos si arrivò all’epilogo più pazzo che ci si potesse aspettare. Il tutto dopo una stagione incredibilmente avvincente. All’arrivo a San Paolo del Brasile la situazione nel campionato vedeva Lewis Hamilton in testa con 107 punti, seguito da Fernando Alonso con 103 e Kimi terzo con 100.
Per il finlandese recuperare sette punti sembrava un’impresa quasi impossibile, ma il successo di Shanghai di due settimane prima, con lo zero incredibile di Lewis, insabbiato all’entrata dei box, già aveva dimostrato che poteva succedere qualsiasi cosa. La Ferrari in quel weekend fu perfetta. Il sabato la pole di Massa, con Raikkonen terzo ostacolato in Q3 da Hamilton. In mezzo ai due l’inglese, che però la domenica trasformò l’opportunità del suo primo titolo, all’esordio in F1, in un disastro.
Allo spegnimento dei semafori lo scatto dei due ferraristi fu perfetto, con Massa seguito da Raikkonen. Dietro invece fu Alonso a sorprendere il compagno di scuderia, che per cercare di riprendersi la posizione finì largo in curva 3, rientrando in ottava posizione. Ma non è tutto, perché Hamilton dopo qualche giro un problema al cambio fece piombare il pilota della McLaren in diciottesima posizione. Alla fine il britannico riuscì a recuperare fino alla settima piazza, mentre Alonso chiuse terzo dietro a Massa e soprattutto Raikkonen, che con la vittoria si laureò campione del mondo per un solo punto davanti ad Alonso ed Hamilton.
Un titolo che arrivava un anno dopo il ritiro di Michael Schumacher e che fece pensare a una nuova era Rossa con il finlandese. Ma la storia fu decisamente diversa.
Solo un anno dopo per la Ferrari il GP del Brasile si trasformò in un momento di cocente delusione. E a patirla fu Felipe Massa, campione solo per 38 secondi.
In quell’anno il brasiliano è in forma. Ben cinque i GP portati a casa, proprio come i lrivale Hamilton, che però in virtù dei migliori piazzamenti, poteva difendere 7 punti di vantaggio su Massa. Tantissimi per il vecchio sistema, visto che al vincitore andavano 10 punti e l’inglese poteva permettersi di arrivare quinto.
Massa, spinto anche dai propri tifosi, centrò la pole, mentre il britannico della McLaren si accontentò della quarta piazza. Felipe, sotto la pioggia, andò subito in fuga, mentre Hamilton rimaneva tra la quinta e settima piazza. Gli ultimi giri però furono drammatici. A sei tornate dalla fine, cominciò a piovere incessantemente: il britannico, accompagnato da Alonso e Raikkonen, si fermò per il cambio gomme, tornando in pista 6°, dietro a Glock (Toyota), che montava ancora gomme da asciutto. Massa concluse il GP vincendo ed esultando, ma dietro, all’ultima curva, ecco il sorpasso decisivo di Hamilton su Glock che gli vale la quinta posizione, che vuol dire titolo del Mondo.
Per Massa la gioia si trasformò in lacrime, così come per i suoi parenti al box Ferrari. Per la Rossa la consolazione del titolo costruttori. Ma quel GP ancora oggi fa male.
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