Nelle ultime qualifiche stagionali, ben quattro le Ducati nelle prime cinque posizioni. Bagnaia, secondo, domani può fare la voce grossa
Se non lo si fosse capito abbastanza chiaramente, le ultime qualifiche dell’anno, quelle di Valencia, hanno ribadito una cosa: oggi è la Ducati la moto più forte, quella da inseguire. Ben quattro moto nei primi cinque posti sono il segnale chiaro di un dominio ormai quasi incontrastato.
Vedendo le prestazioni della Rossa di Borgo Panigale fa rabbia pensare che sia arrivato solo il titolo costruttori. La Ducati è cresciuta davvero tanto da metà stagione in poi, diventando la moto più performante del lotto. E il rischio per gli avversari è che il programma di sviluppo per il 2022 possa non bastare per colmare il divario con la moto italiana.
Le Rosse sembrano arrivare al limite con molta facilità ora. E la pole, la quarta di Jorge Martin, ne è la riprova. Pochi i millesimi di vantaggio su un Pecco Bagnaia che in vista della gara sembra il grane favorito, visto che il ritmo espresso è stato molto consistente, con un passo che sembra ben poco raggiungibile dagli altri. A partire dal compagno nel box Ducati Jack Miller, mentre al quinto posto Johann Zarco può sperare nel podio.
Si confermano ad alti livelli anche Joan Mir e Alex Rins, con una Suzuki che sembra forse aver trovato troppo tardi il bandolo della matassa. Ma comunque la moto giapponese rimane distante 4 decimi dalla Ducati.
Fa effetto vedere la prima Yamaha solo all’ottavo posto, ben lontana dalla vetta. Fabio Quartararo non è stato male sul giro secco, ma quello che preoccupa è la gara, dove potrebbe perdere ulteriore terreno. E sarebbe comunque in finale di stagione altamente preoccupante per la Casa di Iwata, che è rimasta al palo rispetto alla concorrenza e deve solo ringraziare il francese, in stato di grazia soprattutto fino a metà stagione, per aver portato a casa il campionato piloti. Per il 2022 c’è subito da rimettersi al lavoro o sarà dura riconfermarsi.
Bello ritrovare nella top ten, anche se solo il sabato, Valentino Rossi. Un colpo di coda all’ultimo respiro di una carriera che stava terminando con un lento quanto inesorabile declino. Finalmente qualche segnale positivo la sua M1 glielo ha dato, forse troppo tardi, ma meglio ora che mai. Il ritmo non è male ma per sognare un podio servirebbe davvero un miracolo che difficilmente accadrà. Fatica Andrea Dovizioso, mentre lo fanno ancor di più Enea Bastianini e Luca Marini, un vero peccato.
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