Anche un altro mito come Agostini ha voluto dedicare un pensiero a Valentino Rossi nel giorno del suo ritiro dalle corse, almeno da quelle in moto
Nel giorno dell’addio alle corse motociclistiche di Valentino Rossi, non poteva mancare anche un commento di chi ha il Dottore ha sempre inseguito ma che non è riuscito a raggiungere, almeno nei numeri. Quel Giacomo Agostini che insieme al campione di Tavullia ha lasciato il segno nel mondo dei motori e in generale dello sport italiano e mondiale.
Agostini e il momento di dire basta
Ritirarsi è sempre un momento difficile. E Agostini lo ha raccontato in una intervista al quotidiano Libero: “Non ricordo a chi lo dissi per primo, non c’è stato neanche un momento preciso in cui ho deciso. Quell’anno mi andavano storte di continuo: una volta ho rotto, un’altra non sono riuscito a partire. Al Mugello stavo per riprendere il primo e mi si è grippato il motore all’ultimo giro, per fortuna me la sono cavata senza conseguenze. Mi sono detto ‘è un avvertimento’. Ai miei tempi era molto più pericoloso. Madre Natura mi aveva fatto questo grande regalo e forse era arrivato il momento di lasciar il posto ad altri, senza esagerare più”.
Difficile lasciare, però, anche perché non si sentiva per nulla ‘finito’ o vecchio: “Macché, a 35 anni nessuno lo fa, giustamente, ma per noi sportivi è un’età da ‘anziano’ e va accettato. È il cronometro che parla, anche se fa male. Di certo ad aiutarmi nel dire basta c’erano i rischi enormi che prendevamo ogni domenica e i tanti amici che ho visto morire in pista. Oggi per fortuna i progressi della sicurezza permettono quasi sempre di cadere e rialzarsi con pochi lividi”.
Il messaggio a Valentino Rossi
C’è senz’altro un qualcosa che unisce Giacomo Agostini e Valentino Rossi. E non è semplicemente l’aver vinto con le moto, ma qualcosa di più: “Nel motociclismo ho portato la professionalità: sono stato il primo a costruirsi una palestra a casa per allenarsi, sono stato il primo a curare l’alimentazione. Ai miei tempi siamo passati dalle tute nere a quelle colorate, poi c’è stata l’evoluzione della sicurezza e le battaglie sui tanti circuiti dove si moriva, compreso il mio rifiuto di continuare a correre il TT all’Isola di Man. Poi abbiamo cominciato a mettere i caschi integrali. Valentino ha esaltato tutto questo e fatto diventare il motociclismo un affare di massa, portandolo nelle cucine delle nonne e facendo sognare i bambini. Alla fine, la MotoGp attuale l’abbiamo fatta io e lui”.
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