Il boss Mercedes Wolff non ha digerito la squalifica subita da Hamilton dopo la presunta irregolarità tecnica nelle qualifiche del Brasile.
La Casa della Stella ha scelto la strada più semplice, ovvero quella di evitare di gettarsi nel ginepraio degli appelli e di accettare, pur di malavoglia, la sentenza della Federazione Internazionale che ha decretato la squalifica di Lewis Hamilton dalla graduatoria delle qualifiche di Interlagos.
La ragione del provvedimento, come sappiamo, è stata l’eccessiva apertura del suo alettone. Un’infrazione che potrebbe averlo aiutato a guadagnare spunto e dunque ad abbassare il suo riscontro cronometrico che poi gli è valso la pole position.
Raggiunto dalla notizia della mano severa dei federali, il boss Toto Wolff è trasecolato. “Quando ho letto il messaggio WhatsApp pensavo che il nostro direttore sportivo Ron Meadows mi stesse facendo uno scherzo”, le parole del manager austriaco che, a quanto pare tutto si aspettava fuorché l’arretramento in fondo griglia del #44.
Secondo il 49enne alla luce di un campionato tanto combattuto e vissuto sul filo dei decimi l’atteggiamento federale doveva essere più costruttivo e non andare a penalizzare direttamente il corridore.
“Stiamo parlando di 0,2 millimetri e dovevano consentirci di riparare il problema”, ha sostenuto ribaltando la prospettiva. In pratica da furbo uomo di dialettica quale è, il dirigente ha cercato di allontanare l’idea di un escamotage per avvantaggiarsi sugli avversari, avvicinando invece quella di un deterioramento durante la sessione che avrebbe penalizzato Ham.
Ma è davvero possibile e credibile che un alettone in una sezione si rimpicciolisca da solo durante un turno di prove? Per Stoccarda evidentemente sì.
A ferire Wolff però è stato soprattutto l’atteggiamento tenuto dai commissari che pur non soffermandosi su eventuali benefit hanno insistito con il declassamento del britannico.
“E’ qualcosa a cui stento ancora a credere”, ha concluso contrariato malgrado la bella rimonta messa in scena dal suo driver sabato sera, infiocchettata da qualche vaffa.
Chiara Rainis
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