Dopo tante accuse della Red Bull alla Mercedes (e relative penalizzazioni), arriva il contrattacco: “Perché non è stato punito Verstappen?”
Non sono certamente mancati gli interventi a gamba tesa della direzione gara nel corso del weekend del Gran Premio del Brasile. A farne le spese è stato soprattutto Lewis Hamilton, prima arretrato di cinque posizioni in griglia di partenza per la sostituzione del motore, poi in fondo allo schieramento della qualifica sprint per l’irregolarità dell’ala posteriore.
Ma il campione del mondo in carica non si è dato per vinto e, nonostante le penalizzazioni, ha rimontato da par suo fino a vincere la corsa. Max Verstappen, al contrario, se l’è cavata con una semplice multa di 50 mila euro per aver ispezionato e messo le mani sull’alettone della rivale Mercedes in parco chiuso.
Verstappen, manovra al limite del regolamento
Secondo molti osservatori, però, il capolista iridato si sarebbe meritato un’altra sanzione durante la gara: in particolare, per aver spinto fuori pista il suo diretto rivale Hamilton che lo attaccava per strappargli il primo posto (impresa alla fine riuscita).
Il diretto interessato, il sette volte iridato, non ha voluto fare polemica dopo la bandiera a scacchi: “Non sono rimasto sorpreso dal fatto che non lo abbiano penalizzato”, ha tagliato corto. “Non mi ricordo neppure con esattezza se mi sia sembrato troppo aggressivo. Alla fine non cambia niente: l’ho superato ed è questo che conta”.
L’olandese, dal canto suo, respinge le accuse: “Lottavamo per la posizione, non credo che i commissari dovessero prendere provvedimenti. È stata una bella battaglia: mi sono difeso non una, ma più volte e ho cercato di fare tutto il possibile”.
Wolff pungente: “Noi siamo stati puniti”
Ma il team principal della Freccia nera, Toto Wolff, che già nei giorni scorsi non le aveva mandate a dire contro i giudici federali, affonda il colpo e insiste sul fatto che il suo avversario doveva essere punito.
“Lewis è stato super intelligente ad evitare il contatto ed è stato bellissimo veder combattere questi due piloti”, è la ricostruzione del manager austriaco. “Ma ci voleva una penalità di cinque secondi o qualcosa del genere. Mi piacerebbe vedere la telecamera nell’abitacolo di Max”.
Wolff sottolinea che contro la Mercedes la Fia non è stata altrettanto clemente: “Abbiamo iniziato il weekend con il piede sbagliato per la penalità per la sostituzione del motore, poi sabato siamo stati squalificati. È stata dura da accettare, ma la squadra è rimasta sempre unita, ancor più dopo queste sentenze. Continueremo a lottare e non faremo mai le vittime”.
Gli ex piloti di F1 sono d’accordo
Della stessa opinione sono anche ex piloti di Formula 1, come Johnny Herbert: “In quel momento Hamilton era davanti, il sorpasso si può considerare completato”, commenta ai microfoni di Sky Sport Inghilterra. “Max, invece, ritarda la frenata e si spinge fuori traiettoria, all’esterno. Al suo posto mi sarei aspettato una penalità”.
Gli fa eco l’altro suo collega Paul di Resta: “Lewis era leggermente davanti. Queste manovre sembrano diventate normali e c’è il rischio che i piloti e le squadre le considerino impunibili. La Fia dovrebbe sorvegliare meglio”.
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