Mamma Stefania Palma ha seguito da Tavullia, in televisione, l’ultimo Gran Premio in MotoGP di suo figlio Valentino Rossi
“Sarebbe stato troppo per me”. Davvero troppo da reggere, per una madre come Stefania Palma, il carico emotivo dell’addio alla MotoGP di suo figlio Valentino Rossi. E così ha deciso di seguirlo, ma a distanza: non volando a Valencia, ma dal divano della sua casa di Tavullia, davanti alla televisione.
“Ho seguito tutte le celebrazioni che gli hanno dedicato, il murale mi è piaciuto veramente tanto”, commenta oggi ai microfoni de La Stampa. “Mi hanno reso molto felice, sono sincera: non mi aspettavo che questo ultimo Gran Premio fosse così bello”.
Migliore addirittura del previsto, ma indubbiamente meritato per un fenomeno come lui, che ha vinto tanto e, ancor più, ha segnato come nessuno l’epoca contemporanea del Motomondiale. “Ha lottato per tanti anni, non è mai stato facile per lui e ha dimostrato che correre significa fare sacrifici”, racconta mamma Stefania. “So quanto impegno ci ha messo ed è un esempio da seguire. Soprattutto mi piace ricordare un aspetto di cui non si parla mai: Valentino ha permesso al motociclismo di evolversi, ha aiutato questo sport a progredire anche dal punto di vista della sicurezza”.
Valentino Rossi raccontato da mamma Stefania Palma
Sempre con la madre al suo fianco, ovviamente: “Non avrei mai potuto nemmeno immaginare il suo impatto. Da bambino non faceva mai i capricci, per me era un compagno di giochi. È riuscito a trasmettere il fatto che il motociclismo, anche se è uno sport pericoloso, può essere praticato da tutti. Io e lui non parliamo di tecnica. Diciamo piuttosto che mi piace farlo ragionare in modo che sia sempre sul pezzo, come si dice. Ho cercato di farlo rimanere concentrato”.
E adesso, concluso il capitolo come pilota, che futuro attende Valentino Rossi? “Io penso che non cambierà molto, in fondo Valentino è un abitudinario e non abbandonerà la sua vita fatta di allenamenti in moto. Secondo me ha le caratteristiche giuste per essere anche un buon genitore. Lo vedo bene come padre, come l’ho visto bene come figlio”.
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