Max Biaggi parla di Valentino Rossi e del vuoto che lascerà il suo ex rivale in KotoGP. L’ex pilota si augura di vedere una cosa simile con altri campioni
Max Biaggi, ospite a Non Stop News su RTL 102.5, ha parlato di Valentino Rossi che ieri sul circuito Ricardo Tormo di Valencia ha corso la sua ultima gara di MotoGP. Durante la sua carriera, come è noto, Biaggi ha vissuto un’accesa rivalità con il nove volte campione del mondo. Il loro rapporto, dentro e fuori la pista, è stato per anni al centro dell’attenzione degli appassionati e della stampa specializzata internazionale, contribuendo non poco a tener viva la popolarità del motomondiale.
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L’omaggio di Max Biaggi a Valentino Rossi
“È stato l’ultimo Gran Premio dopo più di vent’anni in cui ci aveva abituati a bellissime gare, campionati e altro“, ha detto Biaggi. L’ex pilota romano ha spiegato che è normale che una leggenda come il numero 46 riceva così tanto affetto da tutti: “Quando si ritira una persona che ha fatto tantissimo in questo sport è normale che lasci una voragine enorme e l’affetto è totale di tutti. Abbiamo visto tanti festeggiamenti, non solo a Valencia, ma in varie tappe durante quest’anno l’hanno voluto ricordare un po’ tutti, è stato bello ed emozionante vederlo“.
Il Motomondiale dovrà ora fare a meno della sua stella più luminosa, ma il Corsaro confida nel fatto che riuscirà ad andare avanti anche senza di lui. Il suo augurio è quello che, in futuro, potremo ammirare e tifare altri grandi fuoriclasse del calibro del nove volte campione del mondo.
“C’è da dire che la MotoGP è uno sport molto singolare, dove alla fine i piloti, gli attori di questo palcoscenico sono persone sole chiamate a dare il meglio e sfidarsi in pista”, prosegue Biaggi. “Dietro c’è un’organizzazione pazzesca fatta di team, sponsor, persone, addetti ai lavori, però alla fine si è sempre un po’ soli a bisticciare per il gradino più alto. Quella a Valentino Rossi è stata una gratificazione dovuta: mi piacerebbe rivedere una cosa simile anche per qualche altro campione che tra dieci o quindici anni farà un’altra parte di storia della moto“.
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