Il GP del Brasile è stato scena di un episodio anomalo. Parlando con la stampa Mazepin si è lasciato andare alla lacrime. Questo il motivo.
Anche Nikita Mazepin ha un’anima. Ebbene sì. Il viziato e valigiato, osteggiato da molti proprio per queste sue due caratteristiche, lo scorso weekend ad Interlagos si è commosso.
Ancora a caldo e frustrato da una sessione di qualifica che lo ha visto chiudere in ultima posizione a seguito di un errore commesso nell’ultimo tentativo utile, raccontando le sue disavventure al reporter ufficiale del Circus ha avuto per tutto il tempo gli occhi lucidi, facendo altresì fatica a parlare.
Riconosciuto lo scivolone e gli evidenti problemi delle gare precedenti il russo si è sfogato giustificando il magone con certe domande sibilline che gli avrebbero portato alla mente dei ricordi. “Nella mia vita ci sono sempre state solo le corse e quando qualcosa va storto mi arrabbio. E’ naturale”, ha affermato.
Il calendario serrato ha prodotto terremoti
Al di là della frustrazione per lo sbaglio compiuto in Brasile, il moscovita pare essersi agitato anche per altre questioni. Su tutte il grande movimento di personale del team che non gli avrebbe consentito di approcciarsi agli eventi con la dovuta stabilità.
“So che diversi membri della squadra lasceranno a fine campionato. Uno dei miei ingegneri, ad esempio, è andato via la scorsa settimana e questo crea difficoltà”, ha confessato. “Sfortunatamente nel nostro sport le buone relazioni non sono un fattore chiave. In molti casi dietro al cambiamento ci sono ragioni economiche. Se avessi dieci anni più e avessi dei figli anch’io prenderei la medesima decisione”, ha chiosato.
Non sappiamo se davvero ci sia un fattore economico dietro a simili scelte. Di sicuro i ritmi serrati imposti da Liberty Media hanno obbligato molti, in particolare chi ha una famiglia, ad optare per il lavoro in fabbrica, anziché in pista.
Chiara Rainis