Dopo il tesissimo weekend del Brasile Mercedes e Red Bull si punzecchiano minacciando reclami reciproci alla FIA.
E’ chiaro che lo scontro in pista non sia bastato ai due team che si stanno contendendo il titolo mondiale 2021, il più combattuto dall’inizio dell’era ibrida nel 2014. Terminate le schermaglie del weekend sono cominciate quelle della carte bollate, ovvero quelle che tirano in ballo la Federazione.
Cosa sostiene la Red Bull
Dopo un GP di Interlagos che ha visto Lewis Hamilton fare la voce, la scuderia austriaca tramite il boss Christian Horner e il talent scout Helmut Marko, ha sollecitato l’attenzione della FIA sulla velocità tenuta dalla W12 del britannico. Eccessiva secondo i dirigenti per essere lecita.
“Quando ha passato Verstappen aveva 30 km/h di vantaggio a livello di top speed”, ha attaccato il manager inglese. “Stoccarda non ha portato in pista un motore, ma un razzo”, ha rincarato la dose l’ex driver di Graz.
La replica della Mercedes
Raggiunto dalle accuse e dalle insinuazioni, il fumantino Toto Wolff, ha risposto piccato. “Il propulsore nuovo ha semplicemente fatto la differenza, ma i nostri avversari sono liberi di presentare reclamo. Siamo a disposizione e possiamo anche regalargli un’ala posteriore da mettere in salotto, o se preferiscono da tagliare a tranci”.
Decisamente con i nervi a fior di pelle come dimostrato dalla reazione al decisivo sorpasso del suo pilota su Max, l’astuto direttore viennese ha voluto aggiungere un altro tassello alla polemica, giusto per non farsi mancare niente. Nella fattispecie avrebbe chiesto al direttore di corsa Michael Masi il diritto di revisione dell’episodio avvenuto alla curva 4, quando il #44 è stato spinto fuori dal tracciato dall’olandese al giro 48.
Max vs Lewis ⚔️
Every angle on their Lap 48 battle 👀 #BrazilGP 🇧🇷 #F1 pic.twitter.com/9NLHajCiPv
— Formula 1 (@F1) November 16, 2021
A renderlo noto è stata la stessa squadra tedesca con un post su Twitter. Per chi non avesse seguito il gran premio, ricordiamo che il fatto è stato subito archiviato dai commissari. Questo secondo il 49enne per un motivo: l’assenza di immagini nel momento della decisioni. Fotogrammi che invece adesso sarebbero presenti.
Chiara Rainis