Messo alla porta dall’Alfa Romeo per lasciare spazio al cinese Zhou Giovinazzi urla la sua frustrazione via social network.
Che se l’aspettasse è quasi certo visto che la voce di un possibile rinnovamento al completo della formazione del Biscione per il 2022 circolava da mesi. Ma come per ogni cosa, quando se ne ha la conferma, specialmente se si parla di notizie negative, è uno shock. Da questo martedì Antonio Giovinazzi non è più un pilota Alfa Romeo, o meglio non lo sarà più a partire dalla prossima stagione. Gli interessi economici hanno vinto su tutto e l’ingaggio del cinese Guanyu Zhou, comunque secondo della classifica generale di F2, ne è la dimostrazione.
L’uscita di scena del 27enne è un vero peccato per due semplici motivi. Per prima cosa stava via via crescendo incrementando la propria competitività, in secondo luogo perché era rimasto l’unico italiano a cui aggrapparsi per quanto riguarda la massima serie.
Difficilmente il pugliese troverà una sistemazione altrove, pur restando, crediamo terzo driver Ferrari. Altrettanto arduo sarà il suo ritorno un domani, sebbene come dimostrano i vari Raikkonen, Grosjean, Kvyat e Albon, mai dire mai.
Per il momento, però, si possono soltanto fare i conti con la realtà. Una realtà che ormai si stava delineando da tempo nella scuderia svizzera, con boicottaggi nei suoi confronti e i continui tentativi di impedirgli di arrivare in zona punti in gara, malgrado questa fosse a portata e nonostante un danno della squadra a sé stessa.
Bon Giovi, sempre signorile ha tenuto ogni cosa dentro, poi in Messico ha sbottato con quel team radio a fine corsa e quel ringraziamento ironico che diceva già tutto.
All’annuncio del suo appiedamento il driver di Martina Franca ha reagito così su Twitter: “La F1 è talento, macchina, rischio, velocità. Ma sa anche essere spietata, quando a dettarne le regole è il denaro. Io credo nelle piccole e grandi vittorie raggiunte grazie ai propri mezzi. Questa è stata la mia prima foto su una F1, l’ultima non è ancora stata scattata”, il suo messaggio che si chiude con un augurio.
Chiara Rainis