Era il 16 novembre del 1982 quando nacque uno dei piloti più famosi e iconici del mondo delle quattro ruote, Tazio Nuvolari
A Castel D’Ario 129 anni fa, il 16 novembre 1892, nasceva uno dei piloti più importanti della storia italiana, Tazio Nuvolari. Detto anche “Mantovano volante” o “Nivola“, è stato una vera icona degli sport motoristici tra gli anni ’20 e ’50 del secolo scorso.
“Nuvolari rinasce come rinasce il ramarro”, diceva in una sua canzone il grande Lucio Dalla. E pensare che Tazio cominciò con le due ruote. Prima con una Norton e poi con una Bianchi, ma il vero amore erano le quattro ruote. Fondò una scuderia propria, acquistando quattro Bugatti nel ’27, in società con Varzi. E cominciò subito la rivalità con l’Alfa Romeo.
Gabriele D’Annunzio, vedendolo compiere grandi gesta durante la Targa Florio o la Mille Miglia, lo definì “L’uomo più veloce”, tanto che gli donò nel 1932 “l’animale più lento”, una piccola tartaruga d’oro, che da allora diventò il suo simbolo. Ben 55 le vittorie assolute più altre 37 a livello di categoria. La prima arrivò nel 1924, l’ultima nel 1950. L’anno d’oro però fu il 1932, quando portò a casa undici vittorie.
Le sue imprese lo hanno fatto entrare di diritto nella storia. La più bella forse di Nuvolari fu nel Gran Premio di Germania 1935, quando riuscì a battere le formidabili Mercedes e Auto Union con la sua Alfa P3, data per sconfitta certa.
Nuvolari vinse con una clamorosa rimonta dopo essere rimasto attardato per il rifornimento di benzina. Basti pensare che all’inizio dell’ultimo giro aveva un ritardo di 30 secondi dal primo. E quel trionfò mando in bestia i gerarchi nazisti presenti, che si aspettavano una grande affermazione tedesca.
Ma sono tante le vittorie epiche portate a termine, come la Coppa Vanderbilt a Long Island, nel 1936, oppure i suoi trionfi con le Auto Union nel finale degli anni Trenta. Un pilota che è sempre stato il simbolo della velocità, dell’uomo sprezzante del pericolo. E ancora oggi è un mito, capace di ispirare le nuove generazioni di piloti.
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