L’ormai ex campione del mondo di MotoGP, Joan Mir, ribatte alle accuse di chi è deluso del suo rendimento nell’annata da iridato in carica
Era il campione del mondo uscente, eppure in questa stagione 2021 di MotoGP Joan Mir è apparso praticamente irriconoscibile. Nell’arco dell’intero campionato in cui indossava i galloni iridati non è riuscito a vincere nemmeno un Gran Premio e ha collezionato appena sei podi, chiudendo terzo in classifica generale, chiudendo con ben settanta punti di distacco da colui che gli ha strappato il titolo dalle mani, Fabio Quartararo.
Inevitabilmente questi risultati, non all’altezza di un pilota che solo pochi mesi prima era stato capace di salire sul tetto del mondo, hanno fatto finire il maiorchino sul banco degli imputati. Ma il diretto interessato, che pure condivide la delusione per il suo rendimento stagionale, ribatte con forza a queste accuse.
“So che c’è chi dice che non ho difeso il titolo con dignità, ma bisogna vivere certe situazioni prima di poter puntare il dito”, ha dichiarato nel corso della conferenza stampa al termine del Gran Premio di Valencia, l’ultima tappa dell’anno. “La frustrazione non è solo mia, ma dell’intero team Suzuki. Eppure credo anche che da questa stagione usciremo tutti più forti. Devi dare il 120% per vincere il titolo, e questo vale anche per me come pilota. Quello che posso dire è che probabilmente non sono riuscito a ottenere il massimo da questa moto, ma penso di aver fatto del mio meglio per tutta la stagione”.
Joan Mir impotente nello scontro con le Ducati
Quello che gli è mancato davvero, secondo la lettura di Mir, è stato un mezzo in grado di competere con la Ducati, autrice di un passo in avanti clamoroso a livello tecnico: “Ha guadagnato quindici secondi rispetto allo scorso anno, se la analizzate vi rendete conto che ha fatto un salto incredibile. L’anno scorso vedevo ancora dei punti deboli. Ora, nonostante tutta quella potenza che prima li costringeva a gestire le gomme che si consumavano più rapidamente, e quindi a stare più attenti in curva, tutto questo non accade più. Al contrario, sembra che invece di perdere prestazioni le guadagnano nelle ultime fasi di gara. A me, ovviamente, succede il contrario, non riesco a capire perché e mi preoccupa. Riesco ad essere veloce con diversi stili di guida ma non vedo punti deboli da sfruttare. Dobbiamo solo lavorare sodo nei prossimi test”.
Già, le prove in programma giovedì e venerdì sul circuito di Jerez de la Frontera, che getteranno già le prime basi dello sviluppo tecnico in vista dell’annata che verrà: “La cosa più importante non sarà essere veloci, ma guidare il più possibile e provare diverse soluzioni”, mette in chiaro Joan. “Cercheremo di raccogliere tutti i dati possibili grazie ai due collaudatori, anche loro hanno diverse prove da eseguire. Fortunatamente per noi, avremo tante cose nuove su cui lavorare, al di là dei dettagli tecnici della moto. Questa gara è stata importante, ma i prossimi test lo saranno ancora di più. Ora che lo sviluppo del motore sarà di nuovo possibile, penso che avremo un buon margine di miglioramento per la prossima stagione”.
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