Nonostante due vittorie, la KTM chiude il 2021 con risultati negativi rispetto a quanto visto lo scorso anno. Progetto fermo al palo?
Due successi invece dei tre del 2020. Guardando solo questo datosi potrebbe dire che il 2021 della KTM è stato comunque non da buttare via, vista la concorrenza. E invece per la casa austriaca l’annata appena trascorsa è stata molto complicata.
KTM, un passo indietro
I numeri parlano chiaro. Rispetto a un 2020 in cui la moto austriaca era sembrata decisamente in crescita, con diversi GP in cui ha lottato non solo per la vittoria, ma anche per posizioni in top-5, quest’anno la situazione è cambiata decisamente.
La punta di diamante, Miguel Oliveira, ha vinto sì a Barcellona e portando a casa due secondi posti tra Mugello e Sachsenring, ma quel trittico di GP rimane l’unica finestra positiva in una stagione da dimenticare. Cinque ritiri, di cui 4 nella seconda metà di stagione, dove spicca solo l’11° posto di Austin. Segno che qualcosa non va.
Meglio è andato Brad Binder, sesto nella generale con l’acuto della vittoria in Austria. Per lui tanti piazzamenti in top-ten ma alla fine le chance di lottare realmente per il podio si contano sulle dita di una mano. Per il resto solo piazzamenti, che non possono soddisfare pienamente la KTM, che sembra quasi aver visto fermarsi un progetto che solo un anno fa era in decisa ascesa e faceva propendere per un rapido arrivo in un paio di stagioni ai vertici. Invece qualcosa nel bel meccanismo austriaco si è inceppato.
Petrucci, occasione persa (Per KTM)
Altro talento “bruciato” dall’annata no della KTM è senz’altro Iker Lecuona, con tre soli piazzamenti tra i dieci, tra cui un sesto posto in Austria, accompagnati poi cinque ritiri e altrettanti GP anonimi in fondo al gruppo. Per non parlare poi della grande speranza di inizio stagione, Danilo Petrucci.
L’arrivo del ternano dalla Ducati faceva sperare in un salto di qualità della casa austriaca, che poteva così contare tra le sue fila di un pilota d’esperienza, capace di poter aiutare il team nello sviluppo della moto. E invece quasi da subito il feeling non è scattato, con Petrucci quasi messo ai margini del progetto nel giro di poche gare. Il quinto e il nono posto tra Mugello e Le Mans aveva fatto sperare in un cambio di rotta, ma non c’è stato verso. Tanto che Danilo ora è stato spostato sul versante Dakar, sicuramente in modo sin troppo frettoloso.
La verità è che serve un cambio di passo immediato, perché le altre case non staranno a guardare. E il rischio è di dissipare quanto di buono fatto vedere le scorse annate, anche grazie all’aiuto di un Dani Pedrosa davvero encomiabile nel suo ruolo di tester. L’inverno dovrà per forza portare buon consiglio. Altrimenti tornare nell’ombra è inevitabile.
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