Charles Leclerc ha svelato un buffo aneddoto: uno scherzo di cui è stato vittima, organizzato ai suoi danni proprio dalla Ferrari
“La Ferrari è un sogno”. Che però, per Charles Leclerc, ha rischiato di trasformarsi in un incubo. Per fortuna non era vero nulla: dopo qualche istante di delusione, il Piccolo principe ha scoperto di essere stato solamente vittima di uno scherzo che gli avevano ordito gli stessi piani alti del Cavallino rampante.
Questo è il divertente retroscena raccontato dallo stesso pilota monegasco nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni della rivista Esquire. Il ferrarista ha messo in chiaro come la sua speranza di salire al volante della Rossa venga da lontano: “Fin da quando ero in kart volevo guidare per la scuderia di Maranello, di cui sono sempre stato un tifoso. Ma mi hanno giocato un bel tiro mancino al momento della comunicazione ufficiale”.
Quella burla della Ferrari a Leclerc
Per la precisione avvenne tre anni fa, nella stagione in cui Leclerc aveva fatto il suo debutto in Formula 1 con la Alfa Romeo e stava attendendo con impazienza la decisione della squadra emiliana in merito ad un’eventuale promozione al fianco di Sebastian Vettel per il campionato successivo. Proprio in quei giorni caldi per il mercato piloti, ricevette una telefonata che non dimenticherà più.
“Mi hanno chiamato dicendomi che erano dispiaciuti di dirmi che il 2019 non sarebbe stato l’anno del salto in Ferrari“, spiega. “Ho pensato: ‘Ok, dovrò aspettare, è solo il mio secondo anno in F1‘. Rimasi in silenzio, ma dopo cinque secondi mi dissero: ‘È uno scherzo, sarai un pilota Ferrari l’anno prossimo!'”. Il resto, come si suol dire, è storia: Kimi Raikkonen fu spostato alla Alfa Romeo e al suo posto fu ingaggiato proprio lo stesso giovane talento di Montecarlo.
Oltre alla delusione per questo scherzo, fortunatamente durata poco, Leclerc ne ha vissute altre in pista a causa di alcuni passi falsi. Ma ha sempre cercato di trarne delle lezioni preziose: “Da allora in poi ho commesso degli errori in pista, ovviamente. Ma mi hanno aiutato a diventare il pilota che sono oggi. La cosa migliore sarebbe poter tornare al passato e cambiarlo: però prima di tutto non è possibile, e poi è meglio così, perché se non sbagli non impari”.
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