Giovinazzi parla alla stampa dopo la chiusura del rapporto con Alfa Romeo e pur ammettendo di aver sofferto sostiene di non avere rimpianti.
Appena arrivato a Losail, Antonio Giovinazzi si è trovato ovviamente a dover rispondere alle domande sull’addio forzato all’Alfa Romeo, ufficializzato martedì scorso, per lasciare strada libera al cinese Guanyu Zhou. Così, un po’ alla Frank Sinatra e un po’ alla Sid Vicious, il pugliese non ha nascosto la tristezza per la notizia, ma ugualmente si è detto fiero fiero di sé stesso e del percorso affrontato.
Consapevole di essere stato appiedato sin dalla domenica del Brasile, il 27enne ha raggiunto in fretta e furia l’accordo con la Dragon Penske per disputare il prossimo campionato di Formula E. Uno sbocco che gli permetterà di correre già nel 2022 e di rendere il divorzio appena consumato meno amaro.
“Malgrado non siano state giornate semplici sono contento, perché credo di essere migliorato costantemente anno dopo anno”, ha sostenuto il driver di Martina Franca. “Ci sono state alcune cose che non sono andate nel modo migliore, altre invece molto bene. Comunque sono felice di quanto fatto, non posso rimproverarmi nulla”.
Cresciuto pian piano, ma nei limiti imposti da una monoposto poco competitiva, Bon Giovi ha dovuto accettare ciò che impone la F1 attuale, ovvero l’impossibilità di avere il tempo necessario per maturare in quanto alle spalle c’è sempre qualcuno di più ricco pronto a prenderti il sedile.
Dura lex, sed lex, potremmo dire e oggi il Circus è anche questo. Quando un team è in crisi finanziaria, si appoggia a chi può dare una mano per salvarsi e il Biscione non ha fatto eccezione.
“Non ho ancora parlato con Vasseur, però sono sempre stato professionale e continuerò ad esserlo”, il pensiero finale dedicato al boss che probabilmente prima lo ha illuso e in seguito gli ha dato il benservito.
Chiara Rainis