Ad oggi la Ducati è la moto migliore. E lo ha dimostrato con Pecco Bagnaia. Ma dietro ci sono diversi talenti che scalpitano
Se c’è una moto che ha dimostrato di essere la più performante, soprattutto nella seconda parte di stagione, questa è la Ducati. Che per il 2022 parte per forza con i favori del pronostico.
Se fino a qualche anno fa era la moto più scorbutica da condurre e da portare al massimo del suo potenziale, oggi la moto di Borgo Panigale sembra essere la preferita del lotto. E tutti quelli che l’hanno portata quest’anno, a modo loro, hanno dimostrato questo.
A partire da quel Pecco Bagnaia che più di tutti ha compiuto un salto in avanti pazzesco. Lo dicono i numeri: quattro vittorie, tre secondi posti, due terzi posti, oltre alle pole position in sequenza, soprattutto nell’ultima parte del campionato. A costare caro è stata la parentesi tra il ritiro al Mugello e l’11° posto in Stiria, dove il torinese non ha racimolato granchè. Colpa anche di un passaggio a vuoto della Ducati a livello tecnico di cui hanno sofferto anche gli altri piloti. Ma ad oggi il binomio Ducati-Bagnaia rimane il migliore, anche come potenziale futuro. E i test di Jerez lo hanno confermato.
Ci si aspettava decisamente di più (ma soprattutto se lo aspettavano i vertici di Borgo Panigale) da Jack Miller, partito con i gradi da capitano e tenuti solo in maniera effimera per qualche GP. Dopo un inizio a rilento, l’australiano, con la doppietta Jerez-Le Mans sembrava aver dato una svolta non solo alla sua stagione ma anche alla carriera. Poi però qualcosa si è rotto nel bel giocattolo che si stava creando. E il pilota ha cominciato anche a far vedere qualche problema di troppo anche a livello di tenuta mentale nello scontro con i migliori. E soprattutto ha pagato dazio nei confronti di un Bagnaia che ora è il vero leader del box.
Ducati che comunque può stare tranquilla anche per il futuro, visto che tra le sue fila ha due dei giovani più promettenti del panorama della MotoGP. Innanzitutto ha un Jorge Martin che sembra il più pronto al salto di qualità. La stagione 2021 è stata sì sulle montagne russe, colpa anche di un infortunio abbastanza serio, ma ha fatto intravedere un potenziale davvero importante. Una vittoria, altri tre podi, ma soprattutto la capacità di dare fastidio ai migliori anche in caso di scontri ravvicinati. Con la moto 2022 può davvero essere in lizza per qualcosa di più che la vittoria di alcuni GP.
Enea Bastianini invece dovrà continuare nel suo percorso di crescita, comunque molto convincente. La seconda metà di stagione, con due ottimi podi, ha fatto capire che l’italiano può essere un outsider interessante per il 2022. E con una Desmosedici rinnovata, più simile alle sue caratteristiche, chissà che non arrivi in fretta questo salto di qualità.
Decisamente meglio dovrà fare Luca Marini, che ha esplorato in lungo e in largo il potenziale della Ducati trovando proprio nella parte conclusiva dell’anno qualche buono spunto per il futuro. Il fratello di Valentino Rossi è meticoloso nel suo lavoro e certamente saprà trovare quel qualcosa in più per alzare la propria asticella. Le potenzialità le ha tutte, se trova confidenza piena col mezzo può essere un’altra freccia nell’arco ricchissimo che la Ducati avrà nel 2022.
Discorso diverso per Johann Zarco, che pensava in un 2021 da protagonista ma che in realtà, seppur molto costante (tranne in qualche breve parentesi), non ha mai trovato lo spunto in più, soprattutto da metà stagione in poi. Vedremo se il prossimo anno riuscirà a trovare qualcosa di più.
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