La Red Bull vince una battaglia, ma lo scontro politico, come lo chiama Horner, è appena cominciato. E si prepara il contrattacco
Ha ormai letteralmente sfondato il livello di guardia, la tensione del duello iridato tra Mercedes e Red Bull. Tanto da esondare anche oltre la pista, trasferendosi nelle aule della giustizia sportiva e nelle sale delle conferenze stampa.
Il weekend del Gran Premio del Qatar è infatti iniziato con la decisione della Federazione internazionale dell’automobile di bocciare la richiesta di ricorso della Mercedes sulle manovre, che ritenevano irregolari, di Max Verstappen alla scorsa gara in Brasile.
Red Bull incassa il verdetto favorevole
Un esito che, apparentemente, entrambe le parti in causa avevano ampiamente previsto. “Ce lo aspettavamo”, ha tagliato corto Verstappen ai microfoni di Sky Sport. E anche il team principal delle Frecce nere, Toto Wolff, conferma: “Non pensavamo di guadagnare nulla, era più che altro una questione di principio, volevamo aprire una discussione sul tema dei sorpassi all’esterno e ci siamo riusciti”.
Ma la Red Bull non si è limitata ad incassare questa vittoria sulle carte bollate. Anzi, è pronta al contrattacco, preannunciando un altro ricorso, questa volta contro la W12, in particolare per quell’ala posteriore sulla quale da tempo i Bibitari sospettano irregolarità. I tecnici di Milton Keynes ipotizzano che gli avversari riescano ad abbassare il carico aerodinamico anche quando l’ala mobile è chiusa, attraverso un elemento segreto, con il risultato di ottenere un notevole vantaggio in termini di velocità di punta sul rettilineo.
Ora il ricorso sull’ala Mercedes?
“Ci sono regole molto specifiche in merito”, accusa il boss Christian Horner. “Penso che il loro sia un sistema molto avanzato e nascosto, perché per il modo in cui funziona è difficile notarlo da una telecamera. Ma le loro prestazioni sul dritto sono aumentate esponenzialmente nelle ultime gare e questo ci preoccupa”.
Da Brackley rispondono giurando sulla totale regolarità della propria vettura, ma le Lattine sono pronte a chiedere un’indagine. Insomma, l’ascia di guerra è definitivamente disseppellita: “Questa è di gran lunga la lotta politica più intensa da quando faccio questo lavoro”, conclude Horner. “Rispetto la Mercedes, ma non intendo andare a cena con Toto o leccargli il c**o, come fanno altri team principal. Per me questa è una competizione e lotteremo in modo corretto ma duro fino a fine stagione”. Lo scontro, dunque, è appena iniziato.
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