Prima del via del GP del Qatar Horner aveva accusato un commissario di aver deliberatamente penalizzato Verstappen. La FIA lo punisce.
La lotta per il mondiale di F1 sta mettendo a dura prova i nervi di tutti i protagonisti. Probabilmente anche un po’ troppo. Domenica scorsa sul circuito di Losail abbiamo avuto l’ennesima prova di come la stagione agli sgoccioli sia stata quasi più monopolizzata dai team principal che dai piloti, protagonisti di continui reciproci attacchi estesi alla Federazione Internazionale, in più di un’occasione chiamata ad intervenire.
Nel caso specifico parliamo di quanto successo nel Q3 di sabato. Gasly rallenta per una gomma bucata e gli steward a bordo pista sventolano prima la bandiera gialla e poi la doppia. In quelle fasi concitate tre driver vengono colti in fallo, ma se Bottas e Sainz sono assolti perché al loro passaggio l’avvertimento di pericolo era meno importante, Verstappen, viene penalizzato di 5 posizioni in griglia per non aver rallentato abbastanza a fronte del segnale più forte.
Lo sfogo di Horner e la risposta della FIA
Intervistato dalla tv britannica appena prima dell’inizio del GP il boss della Red Bull, ovviamente contrariato, si è lasciato andare ad un commento poco opportuno sul commissario addetto allo sventolamento definendolo una “canaglia”.
In pratica, secondo il fumantino Christian, i federali avrebbe in maniera poco limpida deciso di punire Max per metterlo in crisi rispetto alla sua battaglia con Hamilton. Un’accusa questa, respinta con forza dal direttore di gara Michael Masi.
“Penso che non si dovrebbe attaccare nessuna persona, soprattutto quando parliamo di migliaia di volontari che ci regalano tanto del loro tempo libero”, ha affermato a Motorsport.com. “Senza di loro lo sport che abbiamo a cuore non potrebbe esserci. Simili appunti sono dunque inaccettabili”.
Per la cronaca, per punizione il manager britannico dovrà presenziare ad un seminario di due giorni dedicato ai marshal internazionali.
Chiara Rainis