Il boss della Ferrari Binotto rivela la strategia adottata dal team in questa stagione e spiega perché ci sono stati pochi miglioramenti.
A Maranello si pensa al 2022 e questa è cosa nota. Viene ripetuto come un mantra da ormai diverso tempo e un po’ tutti i tifosi sperano che da questa lunga attesa esca finalmente qualcosa di buono.
Che il prossimo possa davvero essere l’anno del ritorno al vertice per la Ferrari? Ad oggi non è dato sapersi perché malgrado i proclami e gli ottimismi, non si potrà avere certezza finché tutte le scuderie non si saranno confrontate in pista con le nuove monoposto ad effetto suolo.
Parlando di ciò che ci sta raccontando il mondiale in corso possiamo snocciolare un paio di numeri. La SF21 tra le mani di Leclerc e Sainz in 20 GP disputati ha raccolto 0 vittorie, 0 giri veloci, 2 pole position e 4 podi. Pochissimo se si considera il blasone della squadra. Abbastanza se ci si riferisce al terribile 2020.
A tirare su il morale, se così si può dire, ci pensa la classifica costruttori, dove, salvo imprevisti clamorosi, dovrebbe conservare la terza piazza assoluta.
Questo il Mattia Binotto pensiero sul tema e sulla mancanza di veri e propri step in avanti da parte dell’auto durante la campagna in corso. “Non abbiamo mai veramente sviluppata”, ha affermato a motorsport-total.com. “Soltanto piccoli ritocchi all’inizio della stagione. Tutti i nostri sforzi si sono concentrati da subito sul progetto venturo”.
Dunque, l’equipe modenese ha rinunciato completamente al presente per investire tutto sul domani. “Non abbiamo mai fatto compromessi su questo punto e non ci è mai passato per la mente di provare a penalizzare il prossimo mondiale per questo”, ha aggiunto ribandendo il concetto e sostenendo che tutto ciò che abbiamo visto da parte loro in questi mesi era stato previsto.
Chiara Rainis
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