Perez riconosce di essere stato ingaggiato dalla Red Bull per aiutare Verstappen. Il messicano sarà l’ago della bilancia del mondiale?
A differenza di Bottas che pur avendo firmato scientemente come seconda guida per la Mercedes, non ha mai accettato di buon grado di farsi da parte per Hamilton, Perez non pare avere grandi problemi a tal proposito.
Consapevole che se non ci fosse stata la chiamata di Helmut Marko a quest’ora sarebbe stato a fare compagnia a Nico Hulkenberg, Sergio è spinto da quel senso di gratitudine che gli permette di chiudere un occhio davanti alle richieste, per la verità meno brutali e plateali di quelle indirizzate a Valtteri dal boss Wolff, di favorire Verstappen.
A questo proposito, pur riconoscendo la difficoltà di avere un personaggio scomodo del calibro di Max come vicino di box, il messicano ha esaltato la situazione che sta vivendo, ricordando un passato in cui non c’era nulla sul piatto da giocarsi.
“Quest’anno siamo in lotta per entrambi i titoli ed è grandioso”, ha puntualizzato.
Cosa è mancato a Checo
In realtà il suo 2021 non è stato tutto rosa e fiori. Al contrario, fino a Montecarlo, il driver di Guadalajara è stato al centro delle critiche per non aver dimostrato nulla di migliore rispetto ai vari Gasly, Kvyat e Albon. Poi però, pian piano, ha preso confidenza con la RB16B e i risultati hanno cominciato ad arrivare.
“Avrei voluto vincere di più, ma ho dovuto per prima cosa adattarmi al team”, ha spiegato a Canal Plus a proposito dell’unico successo della stagione in Azerbaijan. “E’ stato un processo lungo. Ma si sa, in questo sport no ci sono garanzie”.
Tornando al suo compito di guardaspalle del #33, il 31enne ha liquidato la questione con un “fa parte del gioco”.
“Lui si sta giocando il campionato e per me non è un disturbo dare una mano. Alla fine ho spirito di squadra”, ha concluso.
Chiara Rainis