Steiner denuncia l’eccessiva presenza di gran premi consecutivi. Di recente anche il boss Ferrari Binotto si era lamentato.
Ad Abu Dhabi saranno 22 i GP disputati in una stagione ancora caratterizzata dall’allarme pandemico. Nonostante i numeri delle infezioni siano importanti un po’ ovunque, il Circus non si è fermato, anzi, ha reso il proprio programma ancora più denso mandando in crisi le squadra.
D’altronde Liberty Media lo aveva detto sin dal proprio insediamento. La F1 sarebbe diventata una sorta di IndyCar europea, con eventi quasi ogni fine settimana. L’unica differenza è che nel caso della classe regina ci si sposta in un tutto il mondo, con problemi logistici annessi.
Se in tempi recenti era stato il capo del Cavallino Mattia Binotto a denunciare l’immane sforzo richiesto al personale al seguito, dopo il Qatar è stato l’omologo della Haas Gunther Steiner a parlare di un impegno mai così severo nella storia della massima serie.
Passare dal Messico, al Brasile per poi finire a Losail è stata una prova snervante, soprattutto per chi come gli statunitensi ha avuto a che fare con l’imprevisto del maltempo che gli ha bloccato il materiale in partenza per San Paolo provocando panico e scompiglio.
“E’ stata davvero dura, specialmente per quanto riguarda il trasferimento da Interlagos a Doha. I nostri meccanici hanno dovuto smantellare il box domenica sera e preparare le auto per l’imbarco, e quindi affrontare un volo da 16 ore. E non parliamo solo della distanza, anche il fuso orario conta”, ha spiegato sottolineando come per lo staff sia davvero logorante un ritmo tanto serrato.
“Probabilmente invece i tifosi apprezzano il fatto che si sia gareggiato tanto quest’anno”, ha considerato. “Da questo punto di vista i vertici hanno fatto un ottimo lavoro, ma devo ammettere di aver pensato nelle ultime settimane che si è proprio raggiunto il limite”.
Effettivamente forse solamente i fan possono essere contenti. Non sarà che avevano ragione Vettel e Ecclestone quando dicevano che 16 appuntamenti erano sufficienti?
Chiara Rainis