Anche nel momento più vincente della sua carriera, Casey Stoner confessa di non essersela goduta a livello personale
I campioni di MotoGP sono considerati uomini di successo: vincenti, ricchi, famosi, invidiati da tutti. Eppure, spesso, dietro a questa facciata si nasconde una realtà personale e privata molto diversa, lontana dai flash dei fotografi, dalle riprese delle telecamere e dai microfoni dei giornalisti, che non sempre veniamo a sapere.
O, quantomeno, la conosciamo con molti anni di ritardo, come è successo a Casey Stoner, che ha raccontato solo oggi un suo retroscena piuttosto intimo e triste che riguardò l’annata del suo primo titolo mondiale, quello con la Ducati nel 2007.
A livello sportivo, fu un’impresa senza precedenti: il primo campionato vinto dalla Rossa di Borgo Panigale in MotoGP, il primo di una Casa non giapponese dopo trentatré anni, il primo per lui come pilota appena alla sua seconda annata nella classe regina. Eppure quello che rivela oggi il fuoriclasse australiano è che non riuscì a goderselo: le sue emozioni furono in realtà di segno molto diverso.
Stoner vinse senza godersela
“Specialmente nel 2007, non mi sono divertito”, confessa ai microfoni del podcast ufficiale della MotoGP, Last on the Brakes. “Avevo ricevuto così tante pressioni dalla famiglia e da tutto il resto per arrivare lì. Anche nelle mie gare, non mi sono mai goduto più di tanto le vittorie. Sentivo più che altro un senso di sollievo. Era fatta, il weekend era andato. Ho imparato a godermi queste cose molto più avanti nella mia carriera”.
Quella del Canguro mannaro somigliava ad una vera e propria ossessione: “Mi mettevo molta pressione addosso per fare le cose. Non mi piaceva fare errori. Probabilmente non mi piaceva fare degli errori più di quanto non mi piacesse vincere. Quella era una cosa più importante per me di quanto non lo fosse vincere. Non ero proprio un perfezionista, ma ci andavo vicino. Se anche vincevo una gara ma avevo fatto degli errori, non ero contento”. Forse anche questo è uno dei motivi che spinse Stoner ad appendere il casco al chiodo ad appena ventisette anni.
LEGGI ANCHE —> Valentino Rossi, la confessione più privata: “Ho fatto tutto per un motivo”