La scomparsa di Williams ha provocato diverse reazioni nel mondo della F1. Interessante quella di Maldonado, ultimo a vincere il team.
GP di Spagna 2012 Pastor Maldonado calca il gradino più alto del podio con i colori della Williams. La scuderia inglese arriva da un periodo complicato. Uno dei tanti. Per le solite cause economiche. Quella domenica, però, la ruota gira dalla parte giusta per lei facendola vincere. Ultimo sprazzo di quella che poi diventerà una parabola discendente.
Il venezuelano ricorda perfettamente quel giorno, ma soprattutto ha bene in mente le parole di patron Frank che gli disse: “Ho vinto tanto, con tanti piloti, ma questo successo, per il momento in cui è arrivato, è il più importante della mia vita. Grazie”.
I tanti incontri in ufficio
Di certo il 36enne non verrà ricordato come uno dei driver più forti della storia, eppure, stando sempre ai suoi racconti il visionario britannico, scomparso all’età di 79 anni domenica scorsa, aveva nei suoi confronti un occhio di riguardo.
“Il primo giorno che entrai in sede fu lui ad accogliermi. Mi fece subito sentire a mio agio”, ha rivelato a Motorsport.com. “Da quel momento fino al termine della mia permanenza a Grove la scena si ripeté in diverse occasioni. Nella maggior parte dei casi finiva col parlarmi di Senna. L’ho visto piangere spesso quando lo ricordava. Mi è sempre sembrata una ferita aperta, e forse vedeva in me una persona con cui tirare fuori qualcosa che lo tormentava”.
Come noto, a seguito dell’incidente stradale avuto nel 1986 mentre si dirigeva all’aeroporto di Nizza, il fondatore dell’omonima scuderia era costretto in sedia a rotelle. Un limite fisico che non lo ha mai fermato. Anzi lo ha trasformato ancora di più in un esempio di forza e coraggio. “Io come tutti gli altri sentivamo la sua spinta. Aveva una grinta e un’energia incredibile”, ha affermato il sudamericano.
Interessante anche il legame mai spento con Patrick Head, mente tecnica dietro una piccola squadra da 16 titoli mondiali nata dal nulla.
“Era un punto fermo per Frank. La sua importanza la si capiva anche dalle foto che aveva esposto sulle pareti del suo ufficio, due ragazzi che grazie a talento, perseveranza e un po’ di pazzia hanno davvero realizzato i loro sogni”, ha quindi concluso.
Chiara Rainis