Il primo avvicinamento di Giovinazzi alla FE non è stato dei più tranquilli. Ecco cosa è successo a Valencia.
Per Antonio Giovinazzi non si trattava di un debutto assoluto, eppure il test di cui è stato protagonista nelle scorse ore al Ricardo Tormo lo ha spiazzato. L’avventura in Formula E, sua nuova casa a partire dal prossimo anno, sarà più complicata del previsto. La ragione è semplice. Le monoposto a zero emissioni sono un altro mondo rispetto a quelle a cui è abituato. Sia come mezzi, sia per la tipologia di guida richiesta.
Ma facciamo un passo indietro. In attesa del penultimo round stagionale del Circus previsto questo weekend a Jeddah, il pilota Alfa Romeo si è recato a Valencia per toccare con mano il suo futuro, visto che il campionato al 100% elettrico scatterà proprio dall’Arabia Saudita a fine gennaio.
“Mi aspettavo un primo approccio difficile e invece è stato davvero difficilissimo”, ha confessato con onestà a La Gazzetta dello Sport. Pur avendo tre giornate a disposizione per prendere le misure con la vettura, il pugliese sa bene che per sentirsi pienamente a proprio agio dovrà macinare ancora parecchi chilometri.
Snocciolando cosa lo ha colpito particolarmente e le criticità emerse, il driver di Martina Franca ha detto: “Non si può adottare un atteggiamento aggressivo in frenata non essendoci downforce. Quindi ho dovuto dare dei nuovi input al mio cervello. E’ stato tutto completamente nuovo”.
Da qui all’appuntamento inaugurale di Diriyah il simulatore dovrà diventare un compagno inseparabile anche perché il rischio di patire il confronto con il team-mate alla Dragon Penske Sergio Sette Camara, ormai esperto, è alto.
Contento di aver trovato un’alternativa alla massima serie, Giovi però non ha nascosto di ambire al ritorno tra i grandi. “Avrò sempre un piede lì”, lo sprone per sé stesso con l’augurio mai celato di sperare in una chiamata da Maranello.
Chiara Rainis