Una gara incredibile, con Verstappen sempre al limite e un contatto con Hamilton che farà discutere parecchio. E ora la classifica li vede in parità
Un gran premio lungo una vita. Un gran premio pazzo, così pazzo da tenere tutti incollati davanti alla tv, come non accadeva da tanto, troppo tempo. A Jeddah Max Verstappen e Lewis Hamilton hanno dato spettacolo, forse anche troppo. Così come la direzione gara.
E’ stato un duello incredibile tre i due pretendenti al titolo, condizionato però anche da fattori esterni come le decisioni davvero senza senso da parte della direzione gara, così come dai box, in particolare per Verstappen. Dopo l’incidente di Mick Schumacher, era normale aspettarsi il cambio gomme non solo delle Mercedes ma anche dell’olandese e la decisione di tenerlo in pista è stata senza senso. Solo la bandiera rossa ha salvato Max.
Poi però in pista hanno dato vita a un duello d’altri tempi, con l’olandese che però in più di una occasione è andato oltre (anche se quel sorpasso dopo la seconda bandiera rossa all’ennesimo via è da antologia). Il contatto tra i due nel finale, è davvero inspiegabile. Forse. Se da un lato Verstappen ha rallentato di colpo, dall’altro Hamilton ha frenato all’improvviso per non superarlo in quel punto, per non concedere subito il controsorpasso all’avversario.
Concorso di colpa? Forse sì, ma il nervosismo dei due è stato evidente, forse colpa proprio delle decisioni discutibili di una direzione gara che ha rischiato seriamente di rovinare la corsa iridata. E forse lo ha anche fatto. Perché anche il sorpasso decisivo con accompagnamento fuori traiettoria di Hamilton nei confronti del numero 33 sa di “piccola vendetta” dovuta a tutta la situazione che si è venuta a creare.
Sta di fatto che così si arriva ad Abu Dhabi con Verstappen ed Hamilton insieme sul tetto del mondo. E solo uno vincerà, come sempre. Ma che spettacolo.
Con Ricciardo quinto e Norris decimo, la Ferrari, grazie al settimo e ottavo posto di Charles Leclerc e Carlos Sainz Jr possono dire di aver portato a casa l’obiettivo stagionale del terzo posto iridato in classifica costruttori. La confusione di gara, con bandiere rosse continue nella prima parte, ha penalizzato le due Rosse, che si sono ritrovate imbottigliate nel traffico non riuscendo in una gara d’attacco.
Da menzionare però c’è sempre e ancora Antonio Giovinazzi, che dopo il miracolo del Q3 ha portato l’Alfa Romeo (quella ingrata dell’Alfa) al nono posto. Peccato che questi risultati arrivino alla fine, ma forse i giochi per l’italiano non sono mai stati aperti e quindi l’addio alla F1 era comunque già scritto, nonostante tutto. E questo fa davvero male.
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