Iker Lecuona lascia con amarezza il paddock della MotoGP e non risparmia qualche critica al suo ex costruttore KTM.
Iker Lecuona ha lasciato a malincuore il paddock della MotoGP dopo due stagioni difficili in KTM. Nel 2020 ha dovuto fare i conti con un calendario ristretto a causa dell’emergenza sanitaria e ha dovuto saltare due GP dopo essere risultato positivo al Covid. Il 2021 è stata una stagione da semi-rookie per lo spagnolo, ma non ha avuto il tempo di crescere e mostrare il suo vero valore, perché il costruttore austriaco a metà campionato aveva già deciso il futuro.
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Nei prossimi giorni Lecuona inizierà la nuova avventura in SBK con Honda e dal 15 al 17 dicembre sarà a Jerez per provare la Fireblade. Ma continua a portare qualche rancore per l’addio alla classe regina. “Non credo sia corretto, perché se credi in un pilota, allora credi in lui per uno, due, tre, quattro anni. Puoi credere nel pilota, ma devi dargli un’altra possibilità”, ha detto a Motorsport-Total.com. “Penso che nel mio caso volessero un pilota molto giovane e volevano che fosse veloce su una moto molto difficile. Ma non è una Ducati, non è una Yamaha. Abbiamo lavorato durante questi due anni. Ero veloce o KTM era veloce. Ma in molte gare le quattro KTM erano molto indietro. Non è che fossi un pilota migliore o meno di settimana in settimana, ma perché la moto è difficile da capire e da usare. Se non dai i mezzi ai piloti, non possono farci niente”.
Parole al vetriolo quelle di Iker Lecuona che a soli 21 anni sente di dover addio alla MotoGP, anche se il destino è imprevedibile. Il suo miglior risultato è stato un sesto posto nel GP d’Austria, seguito dal settimo a Silverstone. E nelle libere ha dimostrato più volte di poter essere molto competitivo. “Spesso ero 15° a sette decimi di secondo dal leader. Ci sono sei marche. Con moto completamente diverse, siamo insieme in un secondo. Lo standard è molto alto. Cinque anni fa saresti salito sul podio se fossi arrivato in un secondo. Adesso sei a un secondo di distanza e sei l’ultimo”.
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