Abu Dhabi teatro di sfide mondiali: il ring ideale per Hamilton e Verstappen

Dal 2009 in calendario, Abu Dhabi è stato quasi sempre terra di conquista per due sole scuderie. Che ora si giocano anche il titolo 2021

Vettel davanti a tutti nel 2010 (foto di Vladimir Rys/Getty Images)
Vettel davanti a tutti nel 2010 (foto di Vladimir Rys/Getty Images)

A Yas Marina l’ultimo atto del 2021. Un appuntamento finale ad Abu Dhabi che sarà da brividi, visto che il titolo iridato è ancora in bilico tra Max Verstappen e Lewis Hamilton che, come in un film made in Hollywood, arrivano nel deserto a pari punti.

Cinque chilometri e mezzo, ventuno curve, la metà delle quali concentrate nell’ultimo settore, che ha per sfondo lo spettacolare hotel Viceroy. Il tutto condito da un’atmosfera speciale dovuta al fatto di correre in notturna. Abu Dhabi, da quando è in calendario, ha sempre rappresentato una corsa speciale per la F1.

Abu Dhabi, un GP da sempre “speciale”

Realizzato dall’architetto Hermann Tilke, come tanti circuiti moderni del campionato, il circuito di Yas Marina ha visto la sua prima corsa nel 2009 e gli organizzatori hanno insistito affinché fosse l’ultimo dell’annata. E questo spesso ha inciso sulla sua “spettacolarità”. Come nel 2014, quando la corsa fu ribattezzata “Abu Double”, visto che ai piloti veniva garantito il doppio dei punti, in modo da creare più suspense per l’atto conclusivo del campionato.

Se la Ferrari ha stabilito record in quasi ogni circuito dove si corre, ad Abu Dhabi invece le soddisfazioni negli anni sono state davvero poche. Il miglior risultato è infatti il secondo posto di Fernando Alonso ottenuto nel lontano 2011. La Rossa non ha mai vinto e non ha mai fatto segnare la pole position, in un tracciato che vede invece dominare Mercedes e Red Bull.

Il regno di Mercedes e Red Bull

Le prime due edizioni furono dominio assoluto della casa anglo-austriaca, con Sebastian Vettel che portò a casa la vittoria. Quella del 2010 fu particolarmente felice, perché valse al tedesco il primo dei suoi quattro titoli iridati. Nel 2011 il primo trionfo di Hamilton su McLaren (targata Mercedes), mentre è passato alla storia il GP di Abu Dhabi del 2012, quando a salire sul gradino più alto del podio fu Kimi Raikkonen con la Lotus-Renault.

Il tris di Vettel arriva nel 2013, a cui ha fatto seguito un dominio assoluto della Mercedes. Nel 2014 la vittoria di Lewis, che gli valse il titolo ai danni del compagno di scuderia Nico Rosberg, che si vendicò l’anno successivo, andando a vincere, ma soprattutto nel 2016, quando nonostante la vittoria dell’inglese portò a casa il campionato, dicendo poi addio alla F1 proprio dopo il GP di Abu Dhabi.

Poi dal 2016 al 2019 ben tre vittorie per Hamilton e una per Valtteri Bottas, ma a rompere l’incantesimo tra le Frecce d’argento e il deserto degli Emirati Arabi c’ha pensato di nuovo la Red Bull lo scorso anno, con Verstappen capace di dominare in lungo e in largo. Ed è per questo che l’olandese domenica parte favorito per la corsa al Mondiale.

Nico Rosberg, che nel 2016 vinse ad Abu Dhabi il titolo (foto di Clive Mason/Getty Images)
Nico Rosberg, che nel 2016 vinse ad Abu Dhabi il titolo (foto di Clive Mason/Getty Images)

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