La mancanza di Marc Marquez si è fatta sentire non solo nei risultati in gara, ma anche nello sviluppo della Honda, ammette Alex
Si è conclusa un’altra annata fatta di pochi sorrisi e tante delusioni in casa Honda, inevitabilmente condizionata dalla presenza a mezzo servizio del suo fuoriclasse Marc Marquez.
Il bottino a fine anno è magro: il migliore dei portacolori della Casa alata in classifica piloti è proprio il Cabroncito, che però non è andato oltre la settima posizione assoluta. E nella graduatoria dei costruttori Tokyo si è fermata al quarto posto, superata da Ducati, Yamaha e addirittura Suzuki.
Troppo poco, per poter soddisfare un colosso di questa portata. E infatti anche il fratellino Alex Marquez non si nasconde: “Con il ritorno di Marc siamo riusciti ad ottenere tre vittorie e a far compiere un salto di qualità alla moto, ma è chiaro che il bilancio della nostra stagione è tutt’altro che positivo”, ha dichiarato.
Tutt’altro che positivo è sicuramente anche il suo bilancio personale: nell’anno del passaggio dalla squadra ufficiale Hrc a quella satellite Lcr di Lucio Ceccinello, il fratello d’arte si è piazzato appena sedicesimo nel Mondiale.
“Non c’è un aggettivo specifico per definire questa stagione. Penso che sia stato un anno difficile”, spiega lui. “Devo ammettere che in alcuni Gran Premi avrei dovuto fare qualcosa di più ed ho commesso errori che sono stati una mia responsabilità e che non dovrò ripetere. La vita in una squadra satellite è più difficile, anche le comunicazioni sono più agili nel team ufficiale: ora tutto è inquadrato in un processo molto più lento. Mentirei se dicessi che non mi piace correre nella squadra ufficiale: essere sotto pressione è uno stimolo che mi motiva”.
Più che colpa della moto o della squadra, però, a pesare è stata sempre la solita variabile: la mancanza di una stella polare come l’otto volte campione del mondo. Si è fatta sentire anche per Alex, che non lo ha potuto avere al suo fianco nemmeno dodici mesi fa, quando esordì sulla moto ufficiale, poco prima che Marc si infortunasse.
“L’assenza di Marc ha provocato una battuta d’arresto nello sviluppo di tutte le moto”, spiega il fratello minore. “Mi sarebbe piaciuto averlo perché è importante per me e per tutti. Con lui, sia nella scorsa stagione che in questa, avrei imparato molto”.
Senza il capitano, anche tutta la nave ha preso una rotta sbagliata. Tanto che solo il rientro di Marquez ha permesso agli ingegneri giapponesi di capire che la crescita tecnica avesse imboccato una strada senza uscita.
“È stato inevitabile notare come tutti in Honda fossero messi male dopo l’incidente di Jerez perché il pilota di riferimento è stato perso”, conclude Alex. “Dopo il suo ritorno, la Honda si è resa conto che non era stata seguita la giusta direzione di sviluppo”. E adesso Marc è di nuovo fermo, proprio nelle settimane in cui si stanno gettando le basi della moto 2022…
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