Il mondiale 2021 di F1 sotto la lente della Federazione per capire cosa è successo in quegli ultimi decisivi giri a Yas Marina.
Quando mancano poche ore all’elezione del nuovo presidente, la FIA ha deciso di dare un ulteriore scossone ad un campionato combattuto, ma soprattutto segnato dall’ingerenza dei commissari e dalla direzione gara che, come burattinai hanno spostato le corde a piacimento a favore a volte di Red Bull, altre di Mercedes.
Quanto avvenuto ad Abu Dhabi ha lasciato dell’amaro in bocca, suscitando reazioni e clamori all’interno del paddock e tra i tifosi. Davvero Verstappen meritava di vincere? A Hamilton è stato negato il successo? Le domande più frequenti, a cui i federali proveranno a dare risposta.
Sventolata la bandiera della necessità di garantire la sicurezza sul tracciato, i vertici della Federazione hanno comunque riconosciuto la presenza di parecchi punti oscuri.
“Le circostanze relative all’uso della Safety Car, in seguito dell’incidente del pilota Nicholas Latifi, e le relative comunicazioni tra il responsabile di corsa e i rappresentanti delle squadre, hanno generato notevoli malintesi”, si legge sulla nota che ha decretato l’apertura di un’indagine. “Ciò sta offuscando l’immagine del campionato e la doverosa celebrazione del primo titolo piloti conquistato da Max, nonché dell’ottavo costruttori consecutivo a firma Mercedes”.
L’intenzione di base è dunque quella di ripulire l’immagine del Circus, senza mettere in discussione il risultato.
Davanti al Consiglio Mondiale del Motorsport, scuderie e driver dibatteranno degli accadimenti e cercheranno soluzioni per il futuro. “Verrà avviata un’analisi all’interno della governance e proposto alla Commissione di dare mandato di studio al Comitato consultivo con il supporto dei corridori in modo che qualsiasi feedback significativo ed eventuali conclusioni possano essere tratte prima dell’inizio della stagione 2022”, termina un messaggio che tuttavia tralascia il bisogno di spiegare perché il regolamento domenica scorsa non sia stato applicato a dovere.
Chiara Rainis
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