La Mercedes annuncia il ritiro dell’appello contro il risultato di Abu Dhabi, ma il boss Wolff accusa di nuovo la FIA di aver truffato Hamilton.
Forse perché consapevole che intanto non ne avrebbe ricavato un ragno dal buco, questo giovedì la Mercedes ha reso noto il dietrofront. In un lungo post pubblicato sulle proprie piattaforme sociali la Stella ha reso merito a Verstappen e alla Red Bull, comunicando l’intenzione di ritirare il ricorso contro il verdetto del GP di Yas Marina.
A convincere la scuderia a cambiare idea, la decisione della FIA di avviare un’inchiesta interna su quanto avvenuto ad Abu Dhabi dopo l’ingresso della safety car a seguito dell’incidente di Latifi.
“Accogliamo con favore la volontà di istituire una commissione per analizzare a fondo ciò che è accaduto e migliorare la solidità delle regole, della governance e del processo decisionale operante in F1”, si legge sulla nota che in apparenza chiude il quadro a tarallucci e vino.
In realtà il dirigente del team Toto Wolff, parlando alla stampa non è stato così accondiscendente, anzi, al contrario, ha ribadito il proprio pensiero circa la presunta truffa ordita contro il suo pilota.
“Le decisioni che sono state prese negli ultimi quattro minuti della gara hanno fatto perdere a Lewis Hamilton un campionato del mondo meritato”, ha affermato a Motorsport.com. “La sua guida, in particolare nei round conclusivi, è stata impeccabile e domenica scorsa ha preso il comando da subito”.
In poche parole da parte dell’austriaco non vi è la benché minima intenzione di perdonare.
“Derubarlo alla bandiera a scacchi è stato inaccettabile”, ha aggiunto il carico. “I miei valori e il mio senso di integrità non sono compatibili con le scelte fatte”.
Il nocciolo delle questione, ruoterebbe tutto intorno al comportamento ambiguo della Federazione che, quest’anno, più di una volta è intervenuta in maniera inappropriata o eccessiva.
Cercando risposte e soluzioni definitive il fumantino manager di Vienna ha dichiarato tuttavia di non essere aperto ad un dialogo con il responsabile di corsa Michael Masi. “Non mi interessa discutere con lui”, ha detto senza mezzi termini.
Chiara Rainis
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