Freddie Spencer ha lasciato il segno con il suo stile di guida e con le sfide con Kenny Roberts. La storia della sua rapida ascesa e dell’altrettanto veloce declino
Era il 20 dicembre del 1961 quando nasceva uno dei personaggi più iconici del Motomondiale, che ha fatto la storia della 500, la classe regina prima dell’introduzione della MotoGP: Freddie Spencer.
Campione nazionale per la classe 250 nel 1977 e nel 1978, Spencer esordì nel motomondiale due anni dopo come collaudatore della Yamaha nella classe 500. Nel 1981 passò alla Honda, dove guidò la rivoluzionaria NR500 a pistoni ovali, primo tentativo della Honda di fare correre una quattro cilindri a quattro tempi. Un progetto però che venne abbandonato poco dopo. Con la NS 500 a due tempi invece vinse il suo primo Gran Premio in Belgio, e dopo avere bissato tale successo a San Marino si piazzò al terzo posto della classifica generale con 72 punti.
Il suo stile di guida saltò subito all’occhio: prima le traiettorie della 500 erano quelle della 250, ovvero classiche e rotonde. Spencer invece ha dato il via a quello che vediamo fare oggi: nel suo stile di guida importante non è la velocità di percorrenza della curva, ma aprire prima degli altri tutto il gas.
Con lui lo spettacolo in pista era assicurato. Come nel 1983, quando dopo un duello serrato con Kenny Roberts, fu campione del mondo della classe regina grazie ai sei successi (in Sudafrica, Francia, Spagna, Jugoslavia, Svezia e al Gran Premio delle Nazioni) e alle sette pole position portate a casa. Alla fine solo due i punti di differenza dal rivale, per una sfida che è passata alla storia del Motomondiale.
Nel 1985 corse sia nella 500 che nella 250, riuscendo a diventare campione del mondo di entrambe le classi e battendo campioni quali Eddie Lawson e Anton Mang. Nello stesso anno partecipò alla Daytona 200, aggiudicandosi la gara nelle categorie F1, 250 e la nuova Superbike, un tris storico. Poi però il declino, a causa di continui problemi fisici che hanno cominciato ad affliggerlo. Soffrì infatti della sindrome del tunnel carpale, che scopri solo in seguito. Si rivide solo a tratti nel Motomondiale, ma mai a grandi livelli. Un vero peccato, perché Spencer ha lasciato il segno nel mondo delle due ruote.
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