Disavventura per lo storico pilota Ferrari Alesi. Il transalpino si troverebbe in stato detenzione nel dipartimento di Vaucluse.
Potevamo aspettarcelo da tutti, ma non da lui. Notoriamente mite e accomodante, Jean Alesi ha perso il controllo ed è stato fermato dalla polizia a seguito di una denuncia.
Ma che cosa è successo? Perché l’ex driver è stato arrestato. Le notizie sulla questione sono sommarie e ancora da chiarire. Quello che è certo è che alla base c’è uno scherzo di cattivo gusto, o meglio scappato di mano.
Da quanto si apprende da varie fonti transalpine, il 57enne non avrebbe digerito l’atteggiamento del cognato, in via di separazione dalla sorella.
Una vendetta ordita in ambito famigliare
Dunque, assieme al figlio Giuliano, oggi attivo nella Super Formula giapponese e fino al 2020 in Formula 2, e ad un amico di quest’ultimo, avrebbe deciso di farlo spaventare. L’episodio è avvenuto a Villeneuve-le’s-Avignon nella serata di domenica.
Verso le 22 le forze dell’ordine erano state chiamate da alcuni cittadini a causa di una violenta esplosione verificatasi in un cortile, quello appunto dell’ufficio dell’uomo ( esercita come architetto) che, in quel momento era assente.
Siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, le persone allertate dai rumori e molto probabilmente dalla sgommata della BMW utilizzata per la fuga ne aveva preso la targa ed è grazie alla loro prontezza che i poliziotti sono risaliti al fratello di Jean, José, proprietario della vettura.
Convocato dal tribunale di Nîmes dove prossimamente verrà giudicato, Jean ha ammesso di aver collocato lui stesso il grosso petardo acquistato in Italia su una delle finestre dell’edificio, affrettandosi poi a sostenere che il gesto voleva essere solamente intimidatorio. In sintesi, uno scherzo senza alcuna volontà di danneggiare cose e persone.
Ma per la legge francese un atto del genere non può essere ridotto ad una simile definizione. Per questo il vincitore del GP del Canada 1995 è stato subito condotto presso il carcere di Avignone con l’accusa di “danni a beni altrui attraverso mezzi pericolosi”.
Gli Alesi rischiano 10 anni di carcere e 150.000 euro di multa.
Chiara Rainis