L’ex presidente della Federazione Internazionale Todt ammette di essere interessato a tornare a Maranello come consulente.
Chi l’ha detto che a 75 anni bisogna andare in pensione? Forse può essere vero per noi comuni mortali, ma per chi lavora nel mondo glitterato del motorsport si tratta di un’età come le altre. Lo sa bene Jean Todt che, dopo un’ampia carriera da navigatore nei rally, quindi da manager Ferrari, e per tre mandati da leader maximo della FIA, sarebbe pronto a dire di sì a Maranello per la seconda volta.
Un ritorno di fiamma, dunque, per il transalpino, stuzzicato, evidentemente dallo stato malandato della scuderia. E’ infatti dal 2007 che il team non si afferma più nella classifica piloti e dal 2008 in quella costruttori e un suo rientro in gruppo sarebbe secondo alcuni la panacea se non di tutti i mali, di qualche fastidio tecnico e organizzativo.
Come fatto rimbalzare in rete da diversi media italiani, il francese diventerebbe un consulente. Un versione un po’ più blanda di Niki Lauda in Mercedes.
Certo, il fatto che il dirigente sia fresco di un lungo periodo federale potrebbe rappresentare un grande aiuto per la Rossa, specialmente se il comeback dovesse già avvenire nel 2022 in corrispondenza con l’avvio dell’era wing-car 4.0, tuttavia non sempre le minestre riscaldate funzionano come quelle appena cucinate.
Dal canto suo il protagonista del gossip da paddock non conferma e non smentisce, anzi ammette di averci fatto un pensiero, o forse più d’uno.
“Per il momento non c’è nulla. Dobbiamo essere realistici”, ha confessato a L’Equipe. “Il mio impegno per la sicurezza stradale con le Nazioni Unite è al primo posto. Ciò malgrado non chiudo la porta ad altre opportunità purché siano compatibili con quello che già faccio”, ha lanciato il sasso senza però sbilanciarsi oltremodo.
Chiara Rainis