Jean Alesi racconta la sua versione sullo sfortunato episodio dell’arresto di cui è stato protagonista lunedì
Guai in vista per l’ex pilota di Formula 1, Jean Alesi, e il figlio Giuliano. Il francese è stato accusato di aver causato danni all’ufficio dell’ex fidanzato di sua sorella con il lancio di un grosso petardo acquistato in Italia.
Ora rischia una denuncia per danni a cose altrui con mezzi pericolosi e l’uso di un ordigno esplosivo. Il 57enne ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per esporre la sua versione dei fatti.
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Alesi: “Era solo uno scherzo”
Jean ha raccontato: “Mi sembra tutto sproporzionato, c’è stato un grosso malinteso per esempio l’ex fidanzato di mia sorella è diventato ‘mio cognato’. Era solo uno scherzo, non mi sarei mai immaginato che un petardo potesse provocare tutto questo“.
Il petardo in questione è stato acquistato in Italia in una stazione di servizio vicino a Ventimiglia: “Eravamo in macchina con amici e abbiamo detto: ‘Proviamolo’. Così l’ho buttato lì, davanti allo studio di questo architetto, ma non mi aspettavo che potesse fare un botto del genere. E che potesse fare quei danni“.
La sorella di Jean si era lasciata con l’uomo circa due anni fa, con cui l’ex pilota è sempre stato in ottimi rapporti: “Sono stato io a presentarmi il giorno dopo alla polizia per chiarire. Ho subito detto che avrei ripagato tutto, il vetro rotto, i danni. Che c’ero io su quella macchina, e non mio fratello“.
Infine l’ex ferrarista ha aggiunto: “Prima ero stato chiuso dentro a una stanza su ordine del magistrato, poi i poliziotti mi hanno ‘liberato’, non capivano perché ci fosse tanto accanimento nei miei confronti. E nel commissariato abbiamo passato una serata fantastica prima di essere rilasciato, e tornare a casa. Abbiamo parlato di Formula 1, erano appassionati. Di vecchi aneddoti, delle sciocchezze che si facevano da giovani, e poi di questo incredibile Mondiale vinto da Max Verstappen“.
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